Il filo di Piero

Tutti disprezzano i partiti, ma sono l’unico sistema per far vincere la politica

  • A nessuno piacciono i politici di professione. Ma che dire allora di Sergio Mattarella, il più amato dagli italiani, ma allo stesso politico doc, cresciuto nella prima repubblica?
  • Questa contraddizione apparente rivela l’ovvio: i partiti sono ancora centrali nella vita di quasi tutti gli stati moderni e lo saranno ancora a lungo.
  • Ma come dimostra il caso italiano, con il suo elevatissimo disprezzo per la politica, serve che i partiti siano “virtuosi” affinché la politica possa continuare a esercitare il suo ruolo.

I partiti sono presi tra due fuochi. Da un lato una platea sconfinata che ne parla malissimo e li considera quasi peggio del Covid-19, dall’altro le vedove inconsolabili di un tempo che fu, di quanto erano belli e forti un tempo. Due sentimenti opposti ma convergenti su un punto: i partiti sono ormai alla deriva, incapaci di rappresentare gli orientamenti dell’elettorato e di agire responsabilmente ed efficacemente. Per questo è sceso un salvatore dagli empirei europei: la scena nazionale non

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