Gilbert du Motier de La Fayette, chiamato l’eroe dei due mondi, ha combattuto contro i soprusi sia nella rivoluzione americana che in quella francese, partecipando alla stesura della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. La storia è ricca di giganti dell’umanità a cui ispirarsi, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Con le debite proporzioni, l’Italia negli ultimi anni ha visto figure di rilievo come Romano Prodi, Mario Monti, Pier Luigi Bersani, Mario Draghi. Oggi siamo in un momento di stallo e si fatica a trovare qualcuno che possa prendersi sulle spalle il peso di battaglie importanti.

Tra le proposte di rinnovamento del Partito democratico, al momento Elly Schlein appare come la migliore speranza. È giovane, è una donna, è una convinta ambientalista, ha svolto con passione e capacità il suo ruolo da deputato europeo dal 2014 al 2019.

Nata in Svizzera, padre americano, ha lavorato per la campagna elettorale di Obama. A Bruxelles entra nella Commissione di Parità di genere (Femm) e in quella dello Sviluppo (Deve) e per quest’ultima vince il premio di migliore deputato dell’anno.

Schlein sembra consapevole del fallimento della sinistra nello stare al passo con il cambiamento della società di questi ultimi dieci anni: «L’aumento delle disuguaglianze, gli effetti sul lavoro delle innovazioni tecnologiche, l’emergenza climatica che mette a rischio il pianeta».

Gli argomenti su cui insiste sono i giovani, il lavoro, l’ambiente, l’inclusione delle diversità. Quattro temi di forte opposizione, visto che per la destra, quando va bene, si tratta di questioni inesistenti, quando va male, temi su cui sparare, come sui giovani e le diversità.

L’ex vicepresidente della regione Emilia-Romagna è brava nel farsi ascoltare. Parla con schiettezza, si fa capire facilmente senza sfruttare superficiali slogan populisti ma ragionando con l’interlocutore. Viso acqua e sapone, vestiti sobri, gran voglia di lavorare, idee chiare insieme alle notevoli capacità di creare alleanze, potrebbe rappresentare la fiducia nel futuro.

Riunioni, discussioni sulla strada da intraprendere, condivisione delle idee e la forza di un gruppo unito sono essenziali per la nascita di un nuovo movimento, ma senza leader trascinatori la strada è impervia, come hanno dimostrato i ragazzi della Coppa Davis lo scorso weekend.

Bravissimi, ma azzoppati dall’assenza dei due titolari di punta, hanno dovuto arrendersi.

Intervista a Matteo Ricci sul futuro del Pd 

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