I testi-zombie sono quelli sepolti nei file dei social, concepiti nel passato ma pronti a riemergerne per azzannarti nel presente. Il New York Times lo racconta con tre storie.
Il testo-zombie è micidiale perché si sgancia dal contesto originario, tanto più essenziale per cogliere lo spirito di un tweet che per l’obbligo di concisione è prossimo alla chiacchiera da bar. Con la fondamentale differenza che queste si dissolvono, mentre il testo social resta in rete.
Per questo il New York Times suggerisce che i genitori che donano uno smartphone ammoniscano la prole a praticare fin dai primi post l’arte social e antichissima dell’ipocrisia.
Per evitare i tweet-zombie serve l’ipocrisia
09 aprile 2021 • 07:00