- Nei giorni scorsi, nuova fumata nera per la creazione dell’unione bancaria europea. L’episodio ci ricorda che, malgrado il time-out pandemico alle regole europee, i nodi restano.
- Il punto resta lo stock di debito nazionale in pancia alle banche, su cui i tedeschi (e non solo loro) non cedono, malgrado iniziative individuali concilianti avvenute nel recente passato, comunque respinte dall’Italia.
- Anche la riforma del patto di stabilità è terreno su cui il nostro paese dovrà lavorare per presentare proposte operative, senza illudersi che la pandemia abbia consegnato alla storia il tema del debito.
Nei giorni scorsi si è avuta l’ennesima fumata nera per la creazione di un’unione bancaria europea, dotata di assicurazione comune dei depositi. Il motivo dello stallo è sempre quello: i tedeschi, e non solo loro, non intendono affrontare questo argomento prima che altri paesi abbiamo risolto il nodo banco-sovrano, cioè la presenza negli attivi delle banche di ampie quote di debito pubblico nazionale. Il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, a margine dell’eurogruppo del 17 giugno, ha



