Non c’è tanto da investigare per capire il perché dei no-vax, dei no-green pass e così via. Si tratta di reazioni primarie alle paure che non si sopportano. Il Covid ha fatto riemergere terrori ancestrali e ognuno li vive a modo suo. In Europa riaffiora l’angoscia della peste: una malattia invisibile di cui non si conosceva l’origine, che giungeva senza preavviso (in genere dall’oriente) e che per almeno due volte rischiò di distruggere l’Europa.

Nei secoli la reazione non è cambiata: malgrado tutta la scienza, l’unica arma è sempre l’isolamento. In tali contesti tutto ciò che viene da fuori è considerato pericoloso: girano fole cospirazioniste proprio come leggiamo nei racconti del passato.

Il caos della pandemia non è solo dentro la società ma anche all’interno di ciascuno e provoca una crisi di rigetto. La paura di trasforma in rabbia: non è possibile che avvenga questo, deve esserci per forza una congiura. La paura sconvolge la vita e si tenta di rimuoverla mediante la teoria del complotto: un modo per spiegare l’inspiegabile, l’inaccettabile. Così anche i vaccini finiscono nel novero delle minacce esterne. 

Fuori Occidente, in Africa, Asia e America Latina, la paura del virus è identificata con qualcosa di estraneo: il cinese, l’europeo e così via. In Africa il Covid è descritta come la ”malattia dei bianchi”, dopo che per decenni il continente ha sopportato lo stigma di essere considerato la culla di altre pandemie (Aids, ebola ecc.). Il morbo non riguarderebbe gli africani: sono in molti a pensare che non ne saranno colpiti. L’imposizione della vaccinazione è rifiutata come un oscuro complotto esterno. In Asia (ma anche in Africa) ciò avviene a danno del “cinese”, nuovo pretendente al governo mondiale.

I complottismi

La tesi della macchinazione si fa strada in ogni cultura. Alla base di ciò vi è la paura che non si sopporta e che viene rimossa. L’essere umano ha sempre rifiutato di vivere con la paura addosso, cercando di dimenticarla, cancellarla o facendone la propria unica ossessione armandosi.

L’uomo moderno la sopporta ancora meno perché è troppo abituato – specie in Occidente – a sentirsi immortale ed inattaccabile: ecco perché impazzisce davanti al terrorismo (se lo tocca da vicino) e di fronte alla pandemia.

La cosa più insopportabile è che il Covid rimane impalpabile e non ha cura: constatazione che non pare accettabile (e quindi credibile) a molti.

Per questo circolano balle sul fatto che la cura esisterebbe ma è riservata a pochi; che i vaccini esistevano da prima ma non venivano divulgati (e l’opposto: cioè che i vaccini attuali sarebbero falsi), o che la stessa pandemia sia un fake usato per introdurre pratiche di controllo della popolazione. L’irrazionalità della paura produce l’irrazionalità delle teorie del complotto.

E’ difficile dialogare con tale forma di superstizione ma disprezzare o irridere le paure non fa che aumentare la polarizzazione. E’ meglio rafforzare il sentimento comune di solidarietà sociale: la sola forza a poter battere la paura senza separare o allontanare. 

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