Cara Giulia,

avevo trovato la ragazza dei miei sogni e si è trasformata in un incubo. Stavamo insieme da quasi un anno quando mi arriva su WhatsApp il messaggio che nessuno vorrebbe mai ricevere quando è felicemente innamorato: «Dobbiamo parlare». 

Ci incontriamo nel nostro solito posto, ma nell’aria c’è puzza di tragedia. Lei non mi guarda neanche in faccia, tiene i pugni stretti sul tavolo e inizia a piangere ancora prima di parlare. Quando poi parla è peggio: mi confessa di essere stata a letto con un altro. Istantaneamente sento come un rumore di vetri che si rompono, il mio universo collassa su sé stesso. Pensavo fossimo felici, perfetti, vedevo il nostro amore crescere ancora e sognavo di aver trovato la donna della mia vita. Non pensavo fosse capace di fare una cosa simile, ma quanto mi sbagliavo.

Ora dice che è stato un errore e che non ha significato nulla, che non può vivere senza di me e me l’ha detto solo perché mi ama e non sopportava l’idea di ingannarmi. È pentita, vuole tornare insieme. Io mentirei se dicessi che non la amo ancora, è addirittura la prima donna che abbia mai amato e una parte di me desidera ancora che sia l’ultima. Si sopravvive a un tradimento?

C.


Caro C.,

c’è gente che è sopravvissuta ai campi di concentramento, non sarà un paio di corna a ucciderti. Detto questo mi dispiace per quello che stai passando e vorrei avere una risposta univoca per te, ma come al solito non ce l’ho (è un mistero come nessuno mi abbia ancora tolto questa rubrica).

Quello che posso dirti è che sei libero di fare come ti senti e di procedere per tentativi: puoi riprenderti la fidanzata e vedere come va, riservandoti il diritto di rimbalzarla qualora ti accorgessi che fra di voi non funziona più come prima (ma possibilmente evitando di partire con questo sentimento, o sarà un’inutile tortura per entrambi); puoi riprenderti la fidanzata e amarla tantissimo e fare finta che non sia successo niente, perché errare è umano eccetera eccetera; oppure puoi mandarla a dar via i piedi e segnalarle che un errore è bruciare una padella sul fuoco, mica farsi un altro (a meno che non sia inciampata e caduta nuda nel letto di questo qui).

Insomma, hai tutto il diritto di essere arrabbiato, ma qualsiasi strada prenderai non sarà mai possibile cancellare quello che è successo. Biasimo la sua onestà: a mio parere queste cose, quando si tratta di un episodio isolato ed estemporaneo, non si dicono, si portano nella tomba. Pensa quanto staresti meglio se lei non avesse avuto l’urgenza di pulirsi la coscienza. A nessuno piace davvero la verità, ma ora almeno puoi decidere cosa fartene. 

Giulia

Cara Giulia,

non parlo con mia sorella da anni e vorrei riallacciare i rapporti, ma non so da dove cominciare. Abbiamo avuto difficoltà per anni prima di arrivare a questo silenzio che dura dal 2018. Abbiamo pochi anni di differenza ma lei mi ha sempre accusato di avere un rapporto migliore con mia madre, che invece secondo lei è sempre stata troppo dura con lei. Per questo quando qualche anno fa la mamma si è ammalata, mia sorella non riteneva di dover contribuire alla situazione e quindi le responsabilità (e molte spese) hanno cominciato a ricadere su di me. Io ho fatto fatica a gestire tutto, sia emotivamente che in senso pratico. Glielo dissi e finimmo a urlarci addosso come aquile, tirando fuori problemi che pensavamo superati e decine di questioni irrisolte della nostra crescita.

Quella lite me la sogno la notte, è stato senza dubbio il giorno peggiore della mia vita. Siamo sempre state molto diverse, ma ora che la mamma non c’è più mi rendo conto che vorrei mia sorella vicina e mi uccide non poter contare su di lei nei momenti di bisogno. Non sopporto che siamo diventate due estranee, al funerale di nostra madre sembravamo al massimo due conoscenti. Ho capito però che la vita è troppo breve e non vorrei rimpiangere di non aver fatto qualcosa per tenermi mia sorella. 

S.


Cara S.,

che fatica la famiglia. Conosco sorelle che non si sono parlate per anni per problemi ben più frivoli di questo, non oso immaginare quanto sia difficile divergere su una questione tanto faticosa quanto la malattia della propria madre. Hai senz’altro avuto le tue ragioni per allontanarti, nessuno vorrebbe rimanere solo in un momento simile. Ma credo tu abbia ragione anche quando dici che la vita è troppo corta per avere dei rimpianti. E ti dirò: la vita è anche troppo lunga per passarla tutta a rosicare.

Siete persone diverse, con esperienze diverse dell’affetto materno (nel suo caso forse della sua assenza), ma avete condiviso tanto altro. Armati di comprensione ed empatia e alza quel telefono, comincia da lì. Sarà difficile e meccanico all’inizio e probabilmente litigherete ancora, ma con gli anni le tensioni e le persone si smussano. Sono certa che per voi ci sia ancora tempo per ritrovarvi. 

Giulia

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