Con la saga dell’Amica Geniale, Elena Ferrante ha messo in scena la storia d’Italia vista da uno sguardo femminile, sessant’anni di cambiamenti culturali raccontati da chi nel secolo scorso ha cominciato a usare la parola ritagliandosi uno spazio nel discorso pubblico. In un contesto culturale che spesso ha incoraggiato la competizione tra donne, si è imposto un sentimento nuovo, amplificato dal successo della serie tv
Nel 2013 il critico letterario statunitense James Wood recensisce un libro di una scrittrice italiana prima di quel momento conosciuta da pochi, nota nei circoli culturali del suo paese, ma che non godeva di un vasto successo di pubblico. Quel libro è il primo di quattro e racconta le vicissitudini di due giovani bambine, poi donne, cresciute nella periferia di Napoli, il volume si intitola L’Amica Geniale e la sua autrice è Elena Ferrante. Dopo la recensione di Wood il nome della scrittrice esce dai confini nazionali e diventa un caso letterario mondiale. Vende oltre 10 milioni di copie in più di 40 paesi. L’emittente televisiva statunitense Hbo decide di distribuire la serie tratta dai romanzi. Hillary Clinton durante un'intervista in occasione della campagna per le presidenziali del 2016 racconta di essere stata «completamente stregata da un romanzo ambientato a Napoli dal titolo L’Amica geniale».
Undici anni dopo lunedì 9 dicembre il ciclo si conclude, dopo l’uscita dei quattro volumi, va in onda su Rai1 l’ultima puntata della quarta stagione della serie tratta dai romanzi di Ferrante.
L’anonimato
Il successo di Elena Ferrante si lega anche al fatto che non se ne conosca l’identità, a oggi nessuno sa con certezza chi sia: «Quando era ancora una scrittrice di nicchia, ha scelto uno pseudonimo femminile, una sorta di “eteronimia” che l’ha collocata in un immaginario strettamente legato al mondo delle donne. Questo ha avuto un impatto significativo, anche perché il mercato letterario italiano non è sempre stato accogliente nei confronti della narrativa femminile. Ha scelto di rappresentarsi come donna e di difendere un immaginario narrativo che dà voce all’esperienza e alla soggettività femminili», spiega Tiziana de Rogatis, professoressa associata di Letteratura italiana contemporanea presso l'università per Stranieri di Siena e principale studiosa dell’opera di Ferrante.
«Mi ero occupata di lei prima che uscisse la tetralogia e avevo scritto un lungo saggio su L’Amore molesto. Quando è uscita L’Amica geniale ho sentito un grande cambiamento, si tratta di una storia molto lunga e articolata che punta al coinvolgimento molto intenso del lettore e che toccava corde personali. Inizialmente ho pensato che non me ne sarei occupata e sarebbe stato solo per me».
Poi c’è stato un cambio di direzione: «Dopo la ricezione positiva in America, L’Amica Geniale ha avuto un successo di pubblico ed è circolata l'idea che potesse essere consacrato in ambiente colto. In Italia questa cosa non è stata accettata. Ci sono stati attacchi da parte del mondo universitario e giornalistico. A quel punto ho deciso di occuparmene per difenderla, mossa da un senso di conflitto e dalla volontà di combattere per darle il giusto riconoscimento».
L’amicizia
Le critiche, tuttavia, non hanno compromesso il successo di pubblico. La scelta di porre al centro della storia non una relazione sentimentale, ma un’amicizia ha sicuramente contribuito a far circolare il romanzo: «Il ciclo dell’Amica geniale ha dato dignità e spazio all’amicizia femminile in un modo che mai prima era stato esplorato con così tanta attenzione, e le donne se ne sono accorte», commenta De Rogatis. Parlare del libro è diventato un modo per fare comunità: sono nati spazi di ascolto, si sono fondate community su Instagram dedicate al confronto sui libri, newsletter che le lettrici hanno cominciato a scrivere per parlare di quanto accadeva alle protagoniste Lila e Lenù, usando le loro storie come strumento per parlare di sé, trasformando gli spazi digitali in luoghi di autocoscienza.
Carolina Capria, in arte L’ha scritto una femmina, è scrittrice ed è seguita su Instagram da 153 mila persone, ciò che tiene unite lei e le sue follone sono i libri, in particolare quelli scritti da autrici: «Sul mio profilo ci sono tantissimi contenuti dedicati a Elena Ferrante, il mondo creato dall’autrice è pressoché illimitato e ogni rilettura porta con sé dei nuovi temi e dei nuovi argomenti che è possibile sviscerare. Ferrante ci ha permesso di rivivere l’esperienza del gioco che facevamo da bambine, quando ci chiudevamo nella nostra camera con le amiche del cuore e condividiamo spazi, tempo e pensieri, isolandoci dal mondo e dalle sue aspettative e richieste. Un’esperienza che fa parte della storia della gran parte delle bambine e che somiglia incredibilmente a quello che accade con la lettura di Ferrante da adulte: donne che spengono il rumore di fondo e si affidano solo alla propria voce e a quella delle altre».
La Storia
Con la saga dell’Amica Geniale l’autrice ha messo in scena la storia d’Italia vista con uno sguardo laterale, quello femminile. Racconta sessant’anni di cambiamenti culturali mettendo da parte la politica istituzionale e la storia con la S maiuscola per concentrarsi sulla dimensione particolare degli eventi e su chi proprio nel secolo scorso ha cominciato a usare la parola ritagliandosi uno spazio nel discorso pubblico. Nomina tutte le difficoltà incontrate dalle donne sulla strada dell’emancipazione, anche quelle più difficili da raccontare, come quella di preservare l’amicizia femminile in un contesto culturale che spesso ha incoraggiato la competizione tra donne come racconta De Rogatis: «La gemellanza tra Lenù e Lila è allo stesso tempo una difesa contro un mondo violento e una trappola che soffoca la loro libertà. C’è un continuo tentativo di appropriazione reciproca, un rubarsi identità e spazio, che riflette dinamiche profonde della vita pubblica e privata».
L’amicizia è anche il motore di Lenù, che continua a studiare per entrambe, un compito datole proprio dalla sua migliore amica: «Qualsiasi cosa succeda, tu continua a studiare. No, non finire mai: te li do io i soldi, devi studiare sempre... Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine». E Lenù vive la fama e il successo con l’ombra di Lila, sentendosi un’impostora e invidiandone a tratti il genio naturale e grezzo.
Ferrante mostra un rapporto non idilliaco, ma realistico e chiudere il ciclo di Lila e Lenù non è facile, perché come ricorda Capria «alle donne non è mai stata concessa la possibilità di vedersi rappresentate per come sono e non per come dovrebbero essere, e quando ci capita di sentirci abbracciate e capite dalle personagge di una storia, la meraviglia è tale da non voler più uscire da quell’abbraccio».
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