Sera. Mentre succede lei non pensa a niente, la mente si spegne. Chiude gli occhi, il corpo prende tutto lo spazio, diventa una distesa di cellule che respirano e si lasciano toccare. Intanto lui tiene il conto delle mani, è una delle sue fissazioni. Poi dirà: «Erano quattro, sei, dodici, diciassette. Tutte su di te». Lei sospetta che aumenti il numero di proposito, per eccitarsi. Non le interessa correggerlo. Lo asseconda, vuole proteggere lo sguardo particolare che gli viene quando escono di sera, in macchina, per fermarsi con i finestrini abbassati nei parcheggi fuori dai centri commerciali o nei parchetti, non lontano dagli scivoli e le altalene. A un certo punto hanno scoperto che anche i luoghi possono avere una doppia vita. Oggi vogliono provare un posto nuovo, è poco conosciuto, gli indirizzi girano tramite chat e mailing list a cui non è facile avere accesso. Lei si prepara da sola, in bagno, e intanto resiste al desiderio di toccarsi mentre fantastica sulla sensazione di allargare le gambe all’aperto, in mezzo a sconosciuti.

Tormenti

Pomeriggio. È la fine di una mattina opaca in cui gli sembra di non aver scambiato una parola con nessuno, cinque ore seduto al banco in fondo alla classe sentendosi avviluppato in un incantesimo di invisibilità. La professoressa di italiano porta un paio di pantaloni chiari, aderenti, parla di Leopardi, lui evita di guardarla perché non vuole iniziare a pensare al colore della sua biancheria.

A un certo punto abbassa gli occhi, si concentra sul libro, si dice che per fortuna le cose sono cambiate rispetto a un anno prima, quando sarebbe rimasto sveglio tutta la notte a tormentarsi sul colore delle mutandine della professoressa. L’anno prima sarebbe rimasto immobile, nel buio, a immaginarsi come un insetto sulla parete della stanza in cui la professoressa si toglie i vestiti.

Dopo scuola cammina a testa bassa verso casa. In cucina c’è una padella con la pasta da riscaldare, la ignora, si chiude a chiave nella sua camera anche se non c’è nessuno. I genitori e la sorella restano al lavoro fino a tardi. Lui accende il portatile e si mette a caccia di nuove foto dell’Attrice. In questo periodo il corpo dell’Attrice invade i suoi pensieri, si infila in ogni angolo, si dilata e cresce fino a sembrargli gigantesco, è un corpo evanescente, ritoccato e piatto come un’immagine su un cartellone pubblicitario, non ha odori, non ha difetti. Per alleviare la pressione lui si concentra sui particolari, salva le foto in rete e le ritaglia: un piede smaltato in un sandalo, un orecchio con due brillantini e un ciuffo di capelli, la piega dell’ascella, un occhio e un sopracciglio, la curva di una spalla.

Mattina. Lui vorrebbe scriverle su WhatsApp per dirle che ha nostalgia dei baci ma preferisce non rischiare. Manca poco alla riapertura della scuola, la materna inizia presto, si rivedranno la mattina del primo giorno. Arriverà puntuale, abbraccerà la bambina, la guarderà entrare nel portone e poi si metterà ad aspettare al bar. Lei sente una musichetta sul telefono e sussulta. Controlla, spera. Non è lui, è la chat dei genitori della classe; la silenzia per un’altra settimana. Ripensa alla prima volta che sono stati insieme, dopo mesi di sguardi e poche chiacchiere impacciate. Un giorno si sono detti: mi piaci. Hanno riportato nel bar le tazzine del caffè e sono andati a scopare.

Lui fa l’architetto, aveva le chiavi di una casa a piazza Vittorio da ristrutturare. Il bagno era già stato demolito, così l’ha guardato camminare nudo sulle cementine rosse e nere verso il lavandino della cucina, l’ha  guardato tendere i muscoli delle gambe e allungarsi in avanti per lavarsi. Ha pensato: siamo nei guai.

Andare oltre

Sera. Si sono persi, il navigatore è impazzito, continua a farli girare in tondo, li porta dentro e fuori da uno svincolo del raccordo. Si fermano in una piazzola a lato della strada per riavviarlo. Stanno in silenzio, sono eccitati, lei gli passa una mano sulla nuca all’attaccatura dei capelli, lui la guarda, le dice: ti devo chiedere una cosa. Lei sa cosa vuole chiederle, vorrebbe iniziare a riprendere gli incontri per aprire un canale amatoriale su una piattaforma di video porno. Volti coperti, voci camuffate, protezione dell’anonimato, non è questo il problema. Lei ha paura che le piaccia troppo, che diventi una cosa che non riesce a controllare. Ci ha pensato senza riuscire a decidersi, ha rimandato.

Intanto finalmente trovano il posto, fermano la macchina, aspettano. Soffia il vento fresco della fine dell’estate. Poco più in là c’è un ragazzo seduto su una moto, gli fa un cenno di saluto con la testa. Poi scende, sistema il cavalletto, si avvicina alla macchina dalla parte di lei. Le sorride, avvicina le mani, si ferma prima di toccarla, dice: posso? Lei annuisce, slaccia la camicetta, senza accorgersene si morde il labbro. Poi chiude gli occhi e smette di pensare.

Pomeriggio. Su Internet trova delle foto nuove dell’Attrice, è bellissima e accecante in carne e ossa e vestiti sportivi, a passeggio con il suo nuovo ragazzo. La luce è soffusa, californiana, i due si tengono abbracciati per le strade di un quartiere di Los Angeles, a lui restano impressi i particolari: cappellini da baseball, scarpe da tennis bianche, caviglie e  pancia scoperta, il bicchiere con l’estratto di frutta e verdura in una mano e la sigaretta nell’altra. E poi altre foto della stessa serie, con la stessa luce, al tavolo di un ristorante: le carezze finto casuali di chi ha appena fatto sesso o si prepara a farlo, dita che si intrecciano, bicchieri di vino lasciati scaldare al sole. Non sopporta l’idea che al biondo delle foto il destino abbia regalato gli orgasmi dell’Attrice. Pensa: a me niente. A me mai niente. Cerca di non pensarci. Più cerca di non pensarci e più il pensiero gli esplode in testa.

Per tutto il giorno dovrà fare in modo di non guardarsi allo specchio, non può rischiare di sovrapporre i lineamenti del biondo alla propria faccia floscia e scolorita. Si dice che resterà solo per sempre. Non ha amici, non appartiene a nessun gruppo. Non gioca a calcio o pallavolo, non prende bei voti. C’è una compagna di classe che lo cerca, ogni tanto. Gli scrive per chiedergli di studiare insieme. Anche oggi ha visto lampeggiare il suo nome di sfuggita sul telefono. Ma il suo tempo è solo per l’Attrice. Ha salvato le nuove foto sul computer. Tra poco sceglierà un dettaglio da ingrandire, e intanto si infilerà una mano dentro ai pantaloni.

Mattina. Dopo la prima volta hanno continuato a vedersi regolarmente. Lasciavano le figlie all’asilo e, se non c’erano gli operai, andavano nell’appartamento di piazza Vittorio. Era sempre diverso: una volta c’era il bagno rifatto, poi la carta da parati e i muri dipinti, alla fine il parquet. A volte hanno fatto la doccia insieme, hanno fantasticato di lasciare tutto e partire, fermarsi su un’isola, vivere sei mesi senza vestiti. Lei gli ha chiesto di andare un’altra volta a lavarsi in cucina solo per guardarlo camminare.

Il primo giorno di scuola si incontrano al bar fuori dalla scuola, lui le dice che ci ha pensato e vuole iniziare una vita con lei. Lei resta un momento in silenzio, si tocca la pancia. È vero che non faceva più l’amore con il suo uomo a casa, ma poi ha ricominciato. Aspetta un’altra bambina, o un bambino. Lui dice: bene, mi prendo anche lei, amo tutto ciò che è tuo. Lei dice: non voglio che niente sia mio, aboliamo la proprietà privata, aboliamo la coppia. Si mettono a ridere, poi ci provano davvero.

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