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Lo definiscono ancora l’emergente, ma Carpenzano è molto di più. Non ha studiato recitazione ma al primo provino della sua vita, nel 2016, quando il regista Francesco Bruni lo ha incontrato, lo ha scelto senza esitare.
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Non solo. Il suo ruolo, che doveva essere minore, è diventato da coprotagonista a fianco di Giuliano Montaldo (se vi capita, guardate il film Tutto quello che vuoi e capirete perché). Da lì l’attore ha inanellato una serie di successi e film cult.
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Per capire quanto non sia più solo un emergente basti sapere che quest’anno, mentre il cinema si leccava le ferite, lui ha firmato tre contratti: il primo come protagonista di Lovely Boy di Francesco Lettieri.
Ha i capelli biondi tinti, legati con un elastico, e una camicia (di Gucci) vintage a maniche lunghe chiusa fino al collo, che nasconde il corpo coperto di tatuaggi. L’attore Andrea Carpenzano è quanto di più imprevedibile possa capitare a un giornalista. «Che bei capelli», dice mentre toglie la mascherina nera, osservandomi dall’alto del suo metro e 92. È la frase lasciapassare. L’anno scorso abbiamo condiviso oltre un’ora e mezza di conversazione telefonica. Ricordo che quando abbiamo con



