Cara Giulia,

sto uscendo con uno da qualche settimana e siamo partiti col botto. Dopo anni di sventure amorose e relazioni abbastanza ridicole, mi sento di aver ritrovato la speranza con questo ragazzo. Ma siccome so bene che nessuno è perfetto, stavo aspettando di scoprire dov’è la fregatura e alla fine l’ho trovata: passando in rassegna i nostri ex ho scoperto che la sua relazione più duratura è stata con un tipo che per un po’ ho frequentato anch’io.

So che non ho diritto di rivendicare niente sul suo passato, ci mancherebbe, ma questa cosa ha intaccato l’entusiasmo dell’inizio e ora non riesco a non pensare che qualcosa non andrà come deve andare. Non è neanche gelosia, è come se ora fosse diventata una competizione tra me e quest’altro. Come gestisco questa follia?

P. 


Caro P.,

non sono sicura di aver capito bene, le dinamiche della gelosia (perché di questo credo si tratti, anche se dichiari il contrario) spesso mi sfuggono, e questa mi sembra particolarmente complessa. Cosa ti turba esattamente? Non essere stato il suo primo amore? Il fatto che con questo sia stato più lui di te? C’è una situazione di gonorrea rimbalzata fra di voi? Non voglio sminuire il valore dei tuoi sentimenti, ma questo mi sembra il tipico caso di paranza senza limitanza. Respira e ripeti con me: è tutto nella mia testa, è tutto nella mia testa, è tutto nella mia testa. 

Secondo me la puoi gestire proprio così, con un po’ di training autogeno e sforzandoti di ricordare che i veri problemi della vita sono già tanti, ha poco senso crearne di nuovi forgiandoli da un bel blocco di nulla. Per adesso vi piacete e state bene insieme, pensa solo a questo. Lui avrà pure il diritto di dimostrarsi brutta persona con i suoi tempi, non credi? 

Giulia

Cara Giulia, 

da quando i miei genitori hanno deciso di separarsi, sono diventata la confidente di mia madre e questo ruolo inizia a pesarmi. Il loro è stato un divorzio un po’ tardivo, a mio parere. Credo che fosse evidente a tutti che stessero andando avanti per inerzia da anni. Io sono adulta e vaccinata, quindi non ho subito la loro separazione come potrebbe soffrirla una persona più giovane. Mi è dispiaciuto ovviamente, ma ribadisco che era peggio vederli alienati l’uno dall’altra e fare finta di amarsi ancora quando ormai non ne potevano più. Insomma, va bene così.

Quello che però non mi aspettavo è che mia madre cogliesse l’occasione per riversarmi addosso tutti i suoi problemi. Si lamenta costantemente di aver buttato via la sua vita, di essere sola, di non aver mai conosciuto il vero amore e la felicità. Io, essendo figlia unica, la ascolto e le do tutto il sostegno che posso, ma credo che ci sia un limite a questa situazione. Sono mesi che non mi chiede come sto io, la sua negatività sta diventando una nuvola nera nelle mie giornate. Mi sento in colpa se non le do ascolto, ma mi sento in colpa anche verso mio padre se continuo a dare attenzioni solo a lei. 

Ti sembra giusto tutto questo?

L.


Cara L.,

un po’ di tempo fa ti avrei risposto che i genitori devono fare i genitori e i figli devono fare i figli, e ti avrei detto che gli spazi che tua madre sta reclamando non le spettano e non è una tua responsabilità metterle a posto l’umore. Ma la mia posizione è cambiata negli anni e ad oggi credo che a un certo punto, più o meno quando si comincia a farsi le lavatrici da soli, il rapporto tra genitori e figli diventi un rapporto tra adulti più o meno alla pari. Il che in realtà è più liberatorio di quanto stai pensando, perché tra adulti ci si ascolta ma ci si dice anche le cose come stanno: «mi stai ammorbando», «scusa, ho da fare», «eccoti il numero di uno bravo» sono tutte cose che ora puoi permetterti di dire alla persona che ti ha generato.

Così come puoi permetterti di starle accanto quando te la senti, senza sentirti in colpa nei confronti di tuo padre (che forse ha altre risorse, o più probabilmente sta reprimendo tutti i suoi sentimenti. Fossi in te farei un breve check anche con lui). Il senso di colpa, che nei secoli dei secoli ha sempre governato le relazioni tra genitori e figli, è del tutto inutile. Prova piuttosto a esprimere quello che provi nel modo più diretto possibile (senza essere stronza, se ce la fai) e comincia a pensare che anche i genitori sono persone.

Giulia

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