- Un rapper – che di parole vive, e di credibilità – non può accettare limiti sociali alla sua espressione. Dice quel che vuole. La posizione di Kendrick Lamar non è diversa da quella di Kanye West.
- Non ha mai abbandonato la n-word in nessuno dei suoi 5 album. Né il resto del vocabolario. Crackers i bianchi. Bitch le ragazze. Ora, in Auntie Diaries racconta la transizione di genere di uno zio e di una cugina ripercorrendo di proposito tutti gli errori e i deadnaming fatti da ragazzino a Compton.
- Che è il lato più umano, diciamo così, del disco. Decostruzione senza risparmio della mascolinità di un ex ragazzo di Compton e di tanti altri come lui.
Autofiction antisocial di un dio del rap con la corona di spine
01 giugno 2022 • 06:00