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Biancaneve è colombiana, l’ultimo colpo di coda woke che un giorno rimpiangeremo

La versione live-action del gioiello di casa Disney escogita un pretesto per andare oltre la fiaba filmata nel 1937 «sessista e datata», parole dell’attrice Rachel Zegler. Ha tutta l’aria di essere un flop destinato a restare tra gli ultimi esemplari di una stagione archiviata. Ma dopo aver coperto di frizzi e lazzi la stagione di Hollywood nel nome del politically correct, è già evidente che ci mancheranno perfino queste pallide trasgressioni

Abbiamo coperto di frizzi e lazzi il politically correct, la nuova stagione di Hollywood che prescriveva la dottrina dell’inclusione di etnia e di genere e lo sdoganamento (finalmente, ma anche ossessivamente) dell’omosessualità, questa grandiosa foglia di fico della supremazia bianca e della normativa sessuale che non cambiava le gerarchie dominanti. Gente, rimpiangeremo la correttezza politica oggi liquidata come woke. Prendiamo il caso di Biancaneve, rivisitazione Disney in live-action – cioè

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