- Ha davvero qualche utilità specificarlo, o non è già un fatto palese che il motivo per cui leggiamo le biografie degli artisti è quello di spigolare tra le loro pagine finché, finalmente, il biografo ci racconta qualche loro viziosità?
- Ma qui ci si vorrebbe occupare di un’altra creatura editoriale. Sto parlando dei libri di interviste agli artisti.
Passare al pettine questi libri consente di osservare alcuni tra i maggiori scrittori, pittori e registi in tutta la loro solita abilità di falsari accreditati, ma che, per il solo istante dell’intervista, sono dispensati dalla semidivinità che si sono guadagnati con le loro opere di genio.
Che valga la pena dirlo anche se è talmente evidente? Ha davvero qualche utilità specificarlo, o non è già un fatto palese, neanche da farne una confessione spudorata, che il motivo per cui leggiamo le biografie degli artisti è quello di spigolare tra le loro pagine finché, dopo ammirevoli gesta e troppi trionfi, finalmente il biografo ci racconta qualche sporcizia, qualche viziosità di cui il ragguardevole artista si macchiava abitualmente? Fin troppo simile all’adolescente del racconto di Jam



