Da Alberto Sordi alle trattorie familiari di Testaccio, la pajata a Roma resta un'istituzione, sulla cresta dell'onda dopo il bando del «quinto quarto». I veterinari che sanno lavorare l'animale, però, non esistono più, così il consumo delle interiora è diminuito. Eppure non c'è niente che le assomiglia
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Un piatto non per tutti. Insieme a carbonara, amatriciana, gricia e cacio e pepe, la pajata è uno dei simboli della cucina romana, di cui rappresenta in parte pure la storia. La preparazione però non è semplice e la ragione è anche spiegata in uno dei capolavori del cinema italiano, il film Il Marchese del Grillo del 1981, diretto da Mario Monicelli. In una scena ambientata in una locanda si vede il Marchese, interpretato da Alberto Sordi, che ordina all’amica Olivia, ruolo impersonato da Caroli



