Dodici anni dopo aver pubblicato Jailhouse rock, Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, presidente e coordinatrice nazionale di Antigone, sono in libreria con Jailhouse rap, una ventina di storie che esplorano il legame tra musica rap e luoghi di detenzione. La repressione del dissenso da parte del potere, la marginalità urbana, lo stigma che impedisce la redenzione. Per trovare un senso: la musica può salvare
Sembra un'associazione quasi naturale, quella tra carcere e musica rap, o in tempi più recenti quella tra i luoghi di detenzione e la scena trap, la perfetta incarnazione di una musica criminale, pericolosa, espressione di una devianza irrecuperabile. E questo vale tanto negli Stati Uniti, in cui la musica rap è nata e da dove si è diffusa in tutto il mondo, fino all'Europa e all'Italia, dove è impossibile mettere in fila i nomi più in vista della trap senza pensare alle disavventure carcerarie



