Cultura

Ci sono morti senza giustizia che possono rivivere solo nei libri

  • Ogni romanzo richiede un lungo lavoro di ricerca e immedesimazione per essere credibile. Quando poi ci si ispira alla realtà, le indagini possono avere anche un risvolto inquietante.

  • La sfida che mi si è presentata nella scrittura del Figlio del mago (Rizzoli), ha alzato la mia asticella interiore, perché prima di allora non avevo mai scritto di delitti reali. Accennato e alluso sì, ma mai raccontato.

  • Ero però venuto a conoscenza della storia di Milva Malatesta, e l’avevo trovata talmente mostruosa che non volevo finisse nel dimenticatoio.

A un certo punto avevano cominciato a invitare giallisti in televisione per disquisire su omicidi appena avvenuti e a pubblicare le loro ipotesi fingendo che non venissero da persone che campavano inventando storie. In quel periodo c’era ancora carenza di programmi dedicati a omicidi e assassini, mentre il giallo italiano aveva cominciato a macinare successi di vendita e critica. I giornalisti telefonavano partendo dalla cima delle classifiche, per poi scendere sino agli autori meno paludati

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