Benché i romantici l’abbiano canonizzato come un pensatore universale, Dante era un poeta italiano, e si preoccupava molto più della bellezza della propria lingua, che della correttezza dei propri discorsi.
Lasciamo ai romantici il contenuto della Commedia e concentriamoci sulla sua forma, basata su versi chiamati endecasillabi, che non hanno però tutti undici sillabe!
Molte altre curiosità e complicazioni si nascondono nei versi di Dante, dal computo delle sillabe all’incatenamento delle rime. Ma i veri enigmi della Commedia si nascondono nelle strutture dei regni danteschi: a partire dall’Inferno.
«Nel mezzo del cammin di nostra vita»: la Divina Commedia inizia così, con un errore! Dante immaginava che la vita durasse settant’anni, e ne aveva trentacinque nel 1300, l’anno del suo fantasioso viaggio mentale nell’aldilà. Pensava di essere solo a metà del proprio cammino nell’aldiquà, e invece era già quasi a due terzi: morì nel 1321, a cinquantasei anni, commettendo un errore di valutazione del 20 per cento, che mette in guardia fin da subito dall’illusione di trovare nella Commedia delle



