Cultura

Ciao 2020: la televisione italiana vista con gli occhi degli altri

Il fatto che lo show russo di fine anno Ciao 2020 abbia ottenuto tanto interesse in Russia ci dice due cose: il nostro immaginario è irrimediabilmente ancorato a una stagione storica dalla quale non siamo mai riusciti a uscire, e che sul primo canale russo va in onda un esperimento molto più contemporaneo di ciò che offre oggi la televisione italiana

  • Chi volesse provare l’ebbrezza di una vera parodia della nostra televisione troverà su YouTube quel che fa a caso suo: la puntata di fine anno dello show russo del comico Ivan Urgant, intitolata Ciao 2020.
  • Dopo essere stato trending topic in Russia, il programma è diventato oggetto di adorazione anche qui da noi. E per una buona ragione: si tratta di un prodotto geniale, che coglie bene i tic della nostra televisione.

  • All’epoca di Striscia la Berisha, Antonio Ricci diceva: «Gli albanesi sono come noi: solo che vestono un po' peggio». Dopo aver visto Ciao 2020, dobbiamo ammettere: «I russi sono come noi: solo che vestono un po’ meglio».

In principio era Striscia la Berisha. Correva l’anno 1997 e, al picco della seconda ondata migratoria albanese verso l’Italia, Striscia la Notizia pensò bene di imbastire una parodia stracciona della televisione italiana ambientata proprio in Albania e intitolata all’allora presidente Sali Berisha. Il programma, come ricorda Gabriele Ferraresi nel suo Mad in Italy. Manuale del trash italiano 1980-2020, giocava sulla fascinazione che il nostro paese esercita all’estero e sui tentativi di emulazio

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