ritorno al passato

La piccola rivoluzione del cinema: il cortocircuito emotivo del bianco e nero

Dal film Belfast (2021), foto AGF
Dal film Belfast (2021), foto AGF
  • In bianco e nero è più chic. E i colossi dell’home entertainment hanno scoperto che non è più un business di nicchia.
  • Il bianco e nero è un potente veicolo di cortocircuito emotivo, non solo estetico. I colossi dell’home entertainment hanno scoperto che non è più un business di nicchia. 
  • Negli anni Novanta non c’era produttore disposto a scommettere un centesimo sul bianco e nero, ma ci fu un’onda anomala di titoli forti: da Steven Spielberg con Schindler’s List a Tim Burton con Ed Wood. E fu un periodo fertile per i non allineati, come i fratelli Coen e L’uomo che non c’era.

In bianco e nero è più chic. E i colossi dell’home entertainment hanno scoperto che non è più un business di nicchia. C’è una piccola rivoluzione di mercato dietro il boom post-pandemico di cinema non a colori. C’mon C’mon di Mike Mills (in sala dal 7 aprile), Belfast di Kenneth Branagh, Parigi,13Arr. di Jacques Audiard, The French Dispatch di Wes Anderson sono titoli da grande schermo, ma su Macbeth di Joel Coen, Malcolm & Marie di Sam Levinson, Passing, ottimo esordio registico di Rebecca Hal

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