- In bianco e nero è più chic. E i colossi dell’home entertainment hanno scoperto che non è più un business di nicchia.
- Il bianco e nero è un potente veicolo di cortocircuito emotivo, non solo estetico. I colossi dell’home entertainment hanno scoperto che non è più un business di nicchia.
- Negli anni Novanta non c’era produttore disposto a scommettere un centesimo sul bianco e nero, ma ci fu un’onda anomala di titoli forti: da Steven Spielberg con Schindler’s List a Tim Burton con Ed Wood. E fu un periodo fertile per i non allineati, come i fratelli Coen e L’uomo che non c’era.
In bianco e nero è più chic. E i colossi dell’home entertainment hanno scoperto che non è più un business di nicchia. C’è una piccola rivoluzione di mercato dietro il boom post-pandemico di cinema non a colori. C’mon C’mon di Mike Mills (in sala dal 7 aprile), Belfast di Kenneth Branagh, Parigi,13Arr. di Jacques Audiard, The French Dispatch di Wes Anderson sono titoli da grande schermo, ma su Macbeth di Joel Coen, Malcolm & Marie di Sam Levinson, Passing, ottimo esordio registico di Rebecca Hal



