Colpo d’occhio sulla classifica dei libri. Primo, per la terza settimana consecutiva, Bolle di sapone di Marco Malvaldi, Sellerio. Poi: due fatti. Caminito, premio Campiello, sta davanti a Trevi, premio Strega, nella narrativa italiana che vede la new entry di Piperno. Novità di rilievo nella saggistica. Sfida tra giornalisti. L’uno sta al Corriere e l’altro a Repubblica.

Pubblicano però nella stessa collana trendy, Strade blu di Mondadori che si prende il primo e il secondo posto, a pari merito. Uno scommette su Dante, l’altro sulla Cina. Sono due giornalisti di razza come Aldo Cazzullo e Federico Rampini. Eccellenti storyteller, veri performer, capaci di dare voce ai loro libri come gran frequentatori di festival culturali. Cazzullo, per dire, ha passato l’estate insieme a Piero Pelù in giro per l’Italia a raccontare l’Inferno di Dante in versione rock.

Chiedo a entrambi che libro abbiano scritto.

Dice Cazzullo, alla seconda cantica dopo il grande successo di A riveder le stelle dedicato all’ Inferno, del suo Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti: «I nostri nemici finiranno all’Inferno; le nostre mamme in Paradiso; ma a noi un po’ di Purgatorio non lo leva nessuno. Per questo il Purgatorio è il posto degli uomini, dove andremo tutti. Meglio sapere per tempo quel che ci aspetta. Dante stesso pensava di finirvi da morto, nel girone dei superbi, schiacciato da un masso. Dante ha inventato non solo l’Italia, la sua lingua, ma anche il Purgatorio. La chiesa stabilisce l’esistenza del Purgatorio nel 1274. Dante aveva nove anni. Ma nessuno sapeva com’era fatto, né dove fosse. E questo vuoto esaltò al massimo la fantasia e l’arte di Dante».

Dice Rampini, scrittore nomade globale con una vita condivisa tra oriente e occidente, «questo libro è un viaggio nel grande paradosso di una sfida planetaria. Vi racconto una faccia della Cina troppo nascosta e inquietante, che l’élite occidentale ha deciso di non vedere. Rivelo il gioco dei corsi e ricorsi, tra due superpotenze che si studiano e si copiano a vicenda. E spiego il Nuovo Grande Esperimento Americano, che tenta di invertire il corso della storia prima che sia troppo tardi».

La ricostruzione del viaggio di Dante nell’Aldilà è arricchita da Cazzullo dai riferimenti alla storia, alla letteratura, al presente. Il Purgatorio è il luogo degli artisti: il musico Casella, il poeta Guinizzelli, il miniaturista Oderisi, che cita l’amico di Dante, Giotto. Ci sono le donne: gli occhi cuciti dell’invidiosa Sapìa, le lacrime disperate della vedova Nella, e la splendida apparizione di Pia de’ Tolomei, l’unico personaggio a preoccuparsi per il riposo di Dante: «Deh, quando tu sarai tornato al mondo/ e riposato della lunga via». Nel Purgatorio, oltre a descrivere l’Italia, il poeta pronuncia la sua terribile invettiva civile: «Ahi serva Italia, di dolore ostello». In cima alla montagna, entrato nell’Eden, ritrova Beatrice, più bella ancora di come la ricordava. Dante trema per l’emozione, piange, perde Virgilio, e si prepara a volare con la donna amata in Paradiso. E ognuno di noi, dopo due anni di pandemia, ha capito quello che il Purgatorio vuole significare. Può così sentirsi come Dante: «Puro e disposto a salire a le stelle».

Fermare Pechino

Rampini racconta una sfida fatta anche di contaminazione reciproca, perché alcuni problemi sono simili: dalle diseguaglianze sociali allo strapotere di big tech, dalla crisi ambientale e climatica alla corsa per dominare le energie rinnovabili. Mette a nudo gli aspetti meno noti della Cina di Xi Jinping, con un viaggio insolito nella cultura etnocentrica e razzista degli Han, le abitudini di vita dei millennial, l’imperialismo culturale nella saga cinematografica del guerriero lupo, la letteratura di fantascienza come stratagemma per aggirare la censura, la riscoperta di Mao, le mire aggressive, il militarismo. Senza sottovalutare il groviglio di sospetti che ancora circondano le origini del Covid.

L’esperimento che Biden vuole opporre all’espansionismo aggressivo di Pechino è un modello socialdemocratico ispirato a Roosevelt e Kennedy. Per fermare Pechino le democrazie occidentali non possono contare sulla coesione, sul nazionalismo e sull’autostima che animano i cinesi. L’Europa è un terreno di conquista per le due superpotenze, perché questa è un’altra sorpresa: sia l’America sia la Cina sono uscite rafforzate dalla pandemia. La resa dei conti diventa ancora più affascinante, inquietante, drammatica.

 

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