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Per capire l’arte di Gottfried Helnwein, bisogna guardare oltre l’apparenza. Sarebbe infatti facile incasellarla come aspra e implacabile pittura di denuncia, visti i suoi soggetti così spesso deturpati, devastati dalla violenza orrenda della storia.
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La sua è pittura che con puntigliosità fotografica non risparmia nulla al nostro sguardo: sconvolge, incalza, interroga, smuove. È arte che infierisce a oltranza.
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È un’indagine sulla condizione umana utilizzando la magia dell’irrazionale. Da luglio l’artista tedesco sarà il protagonista di una mostra molto attesa alla biblioteca Marciana di Venezia
Cominciamo con una premessa indispensabile: per capire l’arte di Gottfried Helnwein, protagonista molto atteso di una mostra che aprirà a Venezia alla Marciana il prossimo 2 luglio (a cura di Manfred Möller), bisogna guardare oltre l’apparenza. Sarebbe infatti facile incasellarla come aspra e implacabile pittura di denuncia, visti i suoi soggetti così spesso deturpati, devastati dalla violenza orrenda della storia. La sua è pittura che con puntigliosità fotografica non risparmia nulla al nostro



