Cultura

Da Sinner a Vittozzi: i nuovi miti dello sport italiano vincono senza fare “ammuina”

Miti nel senso di silenziosi, solitari, distanti dagli eccessi. Nessuno ha detto loro di essere così, lo sono e basta. Per brevità potremmo chiamarla "radice Zoff”, chi vince senza apocalisse, senza commedia all’italiana. Quelli che stanno dentro l’autentica sportività, fuoriposto nelle passerelle, un tono sotto. È l’età dei Sinner, dei Ganna, dei Bagnaia; di Lisa Vittozzi, Bassino e Quadarella

Non è detto che a produrre grandi imprese sportive siano sempre i miti facendo coincidere la mitezza di carattere e d'animo con la capacità di coagulare desideri collettivi, anzi, più spesso il mito non è mite per nulla. Il narcisismo accentuato si innesta sull'impresa sportiva incarnando lo sportivo italiano che può tutto proprio perché capace di dissiparsi e cacciarsi in angoli morti o di mortificazione. Complice la commedia all'italiana: il paese è più pronto al casinista che al mite, più pr

Per continuare a leggere questo articolo