In clima di Dantedì, il 25 marzo, giornata che ora ha un posto d’onore nei nostri calendari e nel nostro desiderio di leggere e rileggere Dante a settecento anni dalla sua morte, quell’infermiera mi ha fatto venire in mente la parola infuturare.
Tra le parole di Dante, infuturarsi, cioè prolungarsi nel futuro, spicca per la sua capacità di catturare un sentimento altrimenti ineffabile, impossibile da raccontare con altrettanta pregnanza.
A noi cittadini che stiamo vivendo nella nostra selva oscura, la quota di pandemia che la storia ci ha riservato, occorre tenere saldi i segnali che ci infuturano e scommettere su di loro.
Nella nostra selva oscura dobbiamo “infuturarci”
25 marzo 2021 • 10:47Aggiornato, 25 marzo 2021 • 10:48