Cara Giulia,

sono un uomo di 59 anni e sono sposato da 32. Io e mia moglie ci amiamo molto, abbiamo avuto una vita bellissima e fortunata, benedetta da tre figli stupendi, che uno dopo l’altro sono andati per la loro strada, trasferendosi fuori di casa e cominciando, giustamente, a costruire la loro vita. È stato difficile vederli andare via, ma nel tempo io e mia moglie abbiamo ritrovato la complicità di quando eravamo più giovani, godendo per la prima volta dopo 25 anni di un po’ di sana privacy. All’inizio sembravamo due ragazzini e l’intesa sessuale si è riaccesa come non mi sarei mai aspettato. Ma questa fase purtroppo è durata poco. Mia moglie, che è un po’ più giovane di me, è entrata in menopausa e sta gradualmente perdendo il desiderio. La cosa che mi ferisce è che a lei sembra andare bene così e, anche se capisco che non dipende da lei, non riesco ad accettare l’idea che quell’aspetto fra di noi si sia esaurito per sempre. Vorrei provare a farglielo capire.

M.


Caro M.,

come ho scritto altre volte in questa rubrica, temo che il sesso sia erroneamente preso a metro di qualsiasi valutazione sul benessere di una coppia. Posso immaginare che sia stato bello ritrovare un po’ di libertà e spensieratezza dopo tanti anni, ma ora fossi in lei mi sforzerei di spostare il focus su sua moglie e sul cambiamento fisico, del tutto indipendente dalla sua volontà, che sta attraversando e che, le garantisco, pesa sicuramente di più su di lei.

Peraltro, se mi permette, non c’è afrodisiaco meno efficace di un uomo che si lamenta dell’inattività sessuale. Nulla, neanche la più aggressiva delle menopause, garantisce una secchezza vaginale tanto immediata. Quindi, se vuole il mio consiglio, eviterei di spiegarle alcunché in questo momento: non c’è nulla da “farle capire”, avete semplicemente desideri diversi adesso, e quelli di sua moglie sono altrettanto legittimi. Mi limiterei dunque a godermi altre forme di intesa, che senz’altro avrete se è vero che vi amate ancora dopo 30 anni, e a mettermi in ascolto delle sue necessità. Il desiderio non è solo un fatto fisico e, soprattutto per le donne, passa prima dalla testa che dalle ghiandole di Bartolini. Sia l’uomo di cui sia moglie si è innamorata, le riservi un po’ di tenerezza e comprensione in più. Tutto il resto è solo un contorno.

Giulia

Cara Giulia,

non era un grande amore quello che è appena finito, ma non meritava nemmeno di finire così. Ci frequentavamo da poco più di un anno, un anno in cui le cose comunque sono andate abbastanza veloci: vacanze insieme, pranzi con le rispettive famiglie, amici suoi che erano anche miei e viceversa. Eravamo, sotto molti punti di vista, estremamente compatibili. Ci divertivamo, facevamo del buon sesso, avevamo interessi e hobby in comune e, forse questo mi avrebbe dovuto allarmare, non litigavamo mai. Siamo entrambe persone poco aggressive e al massimo abbiamo tenuto qualche muso, ma nessuna tensione è mai sfociata in un litigio vero e proprio.

Dico che mi avrebbe dovuto allarmare perché lui, forse proprio per evitare il confronto come ha sempre fatto, alla fine mi ha lasciato con un messaggio su Whatsapp e da allora non l’ho più visto. Non saremo state anime gemelle, ma non mi meritavo qualcosa di più dopo un anno di relazione? Sono confusa e ferita e vorrei farglielo sapere, ma ho paura che sia tutto inutile.

T.


Cara T.,

intanto bravissima, non molte nella tua posizione avrebbero la forza d’animo di non andare sotto casa sua a sassargli la macchina. Ti meriti senz’altro delle spiegazioni e non credo ci sia niente di male a richiederle, con le buone o con le cattive. Lui, peraltro, si merita di passare un quarto d’ora di disagio a osservare le conseguenze delle sue azioni, vedi tu che forma dare a questi 15 minuti (ribadendo che possono avere anche la forma di un fanale polverizzato a calci, a questo punto).

È molto vile lasciare una persona per messaggio, ma non facciamone una questione di principio. L’hai detto tu, i segnali c’erano già. E da schivatrice professionista di conflitti vorrei dirti che però credo che dovrebbe esserci un limite di decenza, che prevede che le persone con cui si è stati per più di due giorni si lasciano in presenza. È un galateo non scritto, ma non per questo meno valido. Circostanze comunque che non si verificherebbero se i maschi eterosessuali avessero imparato due cose da Sex and the City, nello specifico dalla puntata in cui Carrie viene mollata via post-it.

Quando però dico che non è il caso di farne una questione di principio intendo che dovrai guardare dentro di te e capire se rosichi perché lo stronzetto se l’è passata liscia o perché lo stronzetto ti manca. Potrebbe darti più soddisfazione farlo sentire meno importante possibile e ghostarlo a tua volta? Potrebbe farti sentire più in controllo che non elemosinare due parole di chiusura da un pavido senza palle? Pensiamoci.

Giulia

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