Cultura

Diario di una vita alla continua ricerca della rivoluzione che non c’è

Il crollo del muro di Berlino, la prima volta che ho ascoltato i Nirvana e la voce di Kurt Cobain, la stagione di Mani Pulite. Le rivoluzioni sono sempre due passi avanti e uno indietro. Non dobbiamo avere la vanità di vedere di persona le cose cambiare, ma bisogna contribuire al movimento

  • Andai a Berlino per la prima volta nel 1987. Il muro era ancora in piedi e la parte ovest della città era una pozzanghera all'interno della Germania est.
  • Kurt Cobain aveva un anno giusto meno di me. Essere ingenui vuol dire avere la possibilità di essere rivoluzionari. Quando nell’inverno del 1991 sentimmo i Nirvana trasmessi per la prima volta capimmo che quello che avevamo dentro stava vincendo.
  • Le rivoluzioni sono sempre due passi avanti e uno indietro. Me lo sono ripetuto mille volte: la cosa più importante sono gli ideali, la visione, la direzione. Non si torna indietro se si salvano quelle. Non importa quanto tempo ci vuole. Importa crederci e noi ci credevamo.

Andai a Berlino per la prima volta nel 1987. Il muro era ancora in piedi e la parte ovest della città era una pozzanghera all'interno della Germania est. Un esperimento, una specie di paese dei balocchi, di isola che non c'è, di zoo, dove in nome della propaganda occidentale tutto era permesso. Un magnete per ogni genere di artisti, per chi credeva in una alternativa sociale possibile, per ogni genere di imbecilli. Ci andai con un mio amico tedesco, Anton, detto Peng dal soprannome del nonno che

Per continuare a leggere questo articolo