- Ho incontrato un mio amico, che preferisce restare anonimo, per bere un caffè in uno speakeasy di un quartiere periferico di Milano. Ci siamo sentiti molto trasgressivi, il mio amico e io.
- Voleva sapere se il lungo periodo di clausura, in particolare questo secondo, invernale, mi avesse portato a una nuova e completamente indesiderata attenzione al mio strumento materiale d’esistenza, così l’ha chiamato.
- Le convenzioni sociali ci tengono in piedi, ci obbligano a renderci presentabili. Vedo decadenza ovunque, prosegue. Ne usciremo decaduti, caduchi, fragili. Hai fatto caso ai volti delle persone nelle video-riunioni?
Dissociati dal corpo e da noi stessi, ci adagiamo nella nostra decadenza
07 gennaio 2021 • 20:33