Cultura

Dissociati dal corpo e da noi stessi, ci adagiamo nella nostra decadenza

  • Ho incontrato un mio amico, che preferisce restare anonimo, per bere un caffè in uno speakeasy di un quartiere periferico di Milano. Ci siamo sentiti molto trasgressivi, il mio amico e io.
  • Voleva sapere se il lungo periodo di clausura, in particolare questo secondo, invernale, mi avesse portato a una nuova e completamente indesiderata attenzione al mio strumento materiale d’esistenza, così l’ha chiamato.
  • Le convenzioni sociali ci tengono in piedi, ci obbligano a renderci presentabili. Vedo decadenza ovunque, prosegue. Ne usciremo decaduti, caduchi, fragili. Hai fatto caso ai volti delle persone nelle video-riunioni?

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