L’infanzia senza voce dei piccoli “lustrascarpe” del Dopoguerra viene ora alla luce in un volume di Bruno Maida, che raccoglie le loro storie grazie ad archivi e giornali
Sciuscià ha origine dalla storpiatura di una parola inglese, shoe-shine, che indica bimbi e ragazzi che nell’immediato dopoguerra facevano i lustrascarpe per racimolare di che campare. Il termine, all’epoca noto a tutti, ha avuto larga fortuna; ogni tanto riemerge nelle occasioni più disparate, come un fiume carsico, anche in termini bizzarri come “sciusciaismo” o “industria sciusciatoria”. Nasce dalle «macerie nelle quali camminano, giocano, lavorano, cercano di sopravvivere i molti bambini orf



