- Sembra impossibile, ma c’è stato un tempo, in Italia, in cui uno scampolo di generazione, tenacemente addestrata da famiglie di ferrea tenuta ideologica, imparava a memoria gli eroi e le canzoni dei barbudos cubani. È stata una strana infanzia, al limite del demenziale, per chi l’ha vissuta.
- Ho ripensato a questo segmento sepolto di memoria patria guardando un piccolo film di esordio, Querido Fidel, di una giovane regista napoletana, Viviana Calò.
- È una produzione indipendente e sofferta, messa insieme anche attraverso il crowdfunding, e racconta l’indefettibile fede di un marziano “da bolla” capace di resistere agli scossoni della realtà fuori tempo massimo.
Chi era Josè Martì? E Camilo Cienfuegos? E Celia Sanchez? Sembra impossibile, ma c’è stato un tempo, in Italia, in cui uno scampolo di generazione, tenacemente addestrata da famiglie di ferrea tenuta ideologica, imparava a memoria gli eroi e le canzoni dei barbudos cubani con la stessa diligente applicazione riservata ad altri canzonieri rivoluzionari assortiti. Quasi sempre sotto l’etichetta “rossa” de I dischi del sole si masticava con indecorose pronunce la lingua dei messicani di Pancho V



