Alla fine degli anni Quaranta una giovanissima Susan Sontag incontrò per un tè Thomas Mann a Los Angeles: un incontro che cambiò per sempre le sue idee sulla letteratura (sue di Susan, i premi Nobel per la letteratura spero non siano così cretini da cambiare idea).

Alla fine degli anni ’90 un giovanissimo me incontrò Alberto Tarallo e Teodosio Losito a Sabaudia: fu un incontro da lontano, eravamo tutti nello stesso hotel, c’erano pure Eva Grimaldi e Gabriel Garko, i Sophia e Marcello che ci meritavamo. E pure Vittorio Gassman, a distanza di sicurezza da noi mortali ben prima del virus. Non ci fu nessun tè, e da queste poche righe mi pare sia chiarissimo che non ho mai avuto idee sulla letteratura da cambiare.

Ma Tarallo e Losito – rispettivamente produttore e sceneggiatore di fiction di enorme successo come Il bello delle donne con Stefania Sandrelli, Giuliana Di Sio, Nancy Brilli e Virna Lisi, L’onore e il rispetto, Il peccato e la vergogna, tutti cult degli anni Duemila – stavano già cambiando la televisione con le loro storie tremendiste tra il melo e il crime, il fotoromanzo e la sceneggiata, l’erotico e la legge Basaglia, amate dal pubblico di Canale 5 e denunziate dagli spettatori di Rai 3.

Oggi le fa uguali Ryan Murphy su Netflix, ed è genio del presente.

Ieri Tarallo e Losito erano praticamente due ricercati per strage intellettuale. È durata fino a un paio di anni fa, quando la loro casa di produzione Ares è fallita e Losito, come reciterebbe un suo script, ha detto addio a questo mondo crudele suicidandosi.

Poteri Forti

Tarallo e Losito erano così avanti che sono divenuti i protagonisti di uno scandalo così 2020, così pervaso di spirito del tempo, da sembrare un reboot delle loro fiction.

Perché nel frattempo la realtà è diventata tarallesca e lositiana, coi miliardari maniaci, i Poteri Forti col virus e le schiave sessuali, i pedofili in ogni pizzeria e i satanisti pure all’ufficio postale.

Almeno secondo la propaganda globale dei gruppi di destra alternativa come QAnon, una manica di infelici che ha fatto vincere le elezioni a Trump e a Bolsonaro e che radicalizza le nostre zie su Facebook convincendole che vogliamo impiantargli il chip del controllo mentale (quando le abbiamo bloccate da anni su WhatsApp) e che la mascherina sia l’arma di fine di mondo per i molestatori di minorenni (rassegnatevi: i vostri bambini non piacciono a nessuno, e comunque ci siete così affezionati da non vedere l’ora di mandarli a scuola durante una pandemia).

Adua Del Vesco nella casa del Grande Fratello Vip (Endemol Shine/La Presse)

La setta di Tarallo e Losito

Ma che c’entrano Tarallo e Losito con la destra alternativa? Ve lo spiego: una concorrente del Grande Fratello dall’implausibile nome d’arte di Adua Del Vesco (Telefoni Bianchi! Fascismo!), attrice lanciata anni fa da L’onore e il rispetto, ha svelato che il produttore Tarallo plagiava i suoi attori e forse anche Losito, li allontanava dagli affetti, cambiava loro età e nome, li spingeva a creare gossip e falsi amori: in pratica quello che da sempre fanno i produttori, gli agenti e l’Actors Studio, ma non stiamo a cavillare. Faccio anche notare che Tarallo plagiava le loro menti ma non è mai riuscito a insegnare loro a recitare, ecco perché che poi la gente non si fida neanche dei virologi.

Ultimo tango a Zagarolo

Quella che nel Novecento avremmo definito gavetta o “lucherinata”, oggi – nel millennio delle cabale e delle turpi sozzure pure al Tigotà di Rocca Cannuccia – viene definita setta satanica. Tarallo era “Lucifero”, regista di cose innominabili tra gli adepti nella sua villa di Zagarolo.

Zagarolo peraltro da sempre terra di perversioni e distopie, basti ricordare Ultimo Tango a Zagarol di Nando Cicero e Roma senza Papa di Guido Morselli. Franco Franchi e catalogo Adelphi: chi è il sindaco, Carlo Freccero?

Il diavolo di Zagarolo

È così che un gruppo paranoico con pochi legami con la realtà ha creato il panico morale che farà vincere le elezioni a un sovranista psicopatico, e il Grande Fratello a Adua Del Vesco. No, non QAnon: dico gli utenti dei social italiani.

I quali hanno subito creato l’#AresGate (il giornalismo investigativo oggi è come il bicchiere d’acqua, non si nega a nessuno: da qui il #PizzaGate che ha rivelato il noto cannibalismo pedofilo dei Clinton); subito hanno trovato prove inconfutabili a carico delle diaboliche élite di Zagarolo: Ares, il dio della guerra che dà il nome alla casa di produzione di Tarallo, ha un triangolo sullo scudo. Il triangolo massonico che controlla le menti!

E Losito, prima di farla finita, aveva scritto una canzone per Adua: Sei Sei Sei. 666? Il numero della Bestia! E un sacco di attori ex-taralleschi stanno postando insinuazioni inquietanti per vuotare il sacco (o forse hanno molto tempo libero non avendo più una carriera).

E la nuova agenzia di Tarallo ha lucchettato i social appena scoppiato lo scandalo! Una ovvia ammissione di colpa, ci temono perché abbiamo preso la pillola rossa!1!1 (la red pill, quella di Matrix che ti fa vedere la realtà dietro il velo, è l’ossessione dei complottari terminali. Un film che ha fatto più danni della grandine: prima ha legittimato gli spolverini di pelle, poi questo).

Tarallo, il Jeffrey Epstein che possiamo permetterci, ha diffidato Mediaset che ha subito messo in atto quella che i QAnon alla vaccinara hanno definito una machiavellica distrazione di massa: far entrare nella casa del Grande Fratello l’ex re dell’immaginario lositiano Gabriel Garko per un incontro con Adua. Il tutto per far dimenticare le accuse dichiarandosi gay.

(Endemol Shine/La Presse)

Il popolo del web

Ma il popolo del web non dimentica, e nelle parole di Garko ha già individuato più messaggi in codice, allusioni e minacce di un’intera stagione di Homeland («Devi trovare la bambina che è dentro di te, io l’ho fatto». Giù le mani dai bambini! GarkoGate!).

Del resto se Washington è la Hollywood dei brutti, Bibbiano è la Hollywood dei disagiati.

In questa storia delirante mi piace però vedere il lato positivo, anche perché l’alternativa sarebbe l’eremitaggio: stiamo diventando un paese avanzato. Non avremo lo ius soli, non avremo l’eutanasia, ma finalmente abbiamo anche noi una delle poche cazzate che ancora non avevamo deciso di importare dall’America: gli Illuminati e il loro diabolico complotto per farci credere che anche in Italia esista uno star-system da plagiare.

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