- Ho conosciuto Tito Faraci in una sera d’estate di diversi anni fa, a Milano, su una terrazza che guarda piazza del Duomo che forse non esiste più. Suonava un gruppo di suoi amici, in comune con uno scrittore amico mio, e si parlava di un progetto al quale Tito aveva preso parte.
- Quando gli ho spiegato, con difficoltà, chi ero e perché ero lì, lui ha fatto, rivolgendosi a nessuno in particolare tra la calca: «Date al ragazzo i miei contatti!», e poi è sparito dalla mia vista.
- Questa è un’introduzione personale, sì, a un articolo che dovrebbe raccontare di un libro. Ma con Tito è così: non si può lasciare la professionalità troppo distante dall’intimità, perché tutto nasce, cresce e deriva dai rapporti, dallo scambio di idee, dal genio dell’istante.
Ho conosciuto Tito Faraci in una sera d’estate di diversi anni fa, a Milano, su una terrazza che guarda piazza del Duomo che forse non esiste più; o forse è così cambiata da non essere più riconoscibile. Non ci sono mai tornato dopo quell’occasione e non saprei dire quale sia stato il suo destino. Era affollata, allora, come ai tempi in cui si potevano fare le feste nelle quali era difficile farsi largo se non a gomitate potenti e io ci ero andato proprio per conoscere Tito. Suonava un gruppo d



