È Giopota che ha realizzato l’illustrazione in copertina dell’inserto Finzioni (con Fumetti) di aprile, in uscita oggi in edicola e in digitale. Giopota è un talentuoso illustratore e fumettista, il suo lavoro si distingue per la rappresentazione della diversità dei corpi, nonché per le narrazioni fantasy e queer, spesso caratterizzate da paesaggi onirici ispirati alle scienze naturali.

Ha collaborato con diverse case editrici italiane e straniere pubblicando opere come Un anno senza te e Sainted Love. Attualmente lavora principalmente nell’autoproduzione. Nel 2018 ha realizzato Bocca a forma di cuore, un fumetto breve adatto a un pubblico adulto, che affronta temi come la depressione e la sessualità, concentrandosi sul conflitto interiore di un giovane e il suo rapporto con il proprio corpo.

Nel 2022 pubblica La vertigine al contrario, un'altra autoproduzione, che si presenta come un viaggio onirico attraverso le gioie e le paure esistenziali. È attualmente al lavoro sull’opera fantasy, Mothersea, pubblicata episodicamente sulle piattaforme Patreon e Tapas in forma di webcomic.

Giopota, come illustratore e fumettista affronta argomenti di grande rilevanza sociale. Ci parli del significato dietro ai tuoi lavori.

Non saprei dire qual è il “significato” intrinseco dei miei lavori. So che sono opere di onesta apertura su temi che sento profondamente personali. Non credo di concentrarmi troppo sul messaggio quando racconto una storia, quanto più sul mio sentire. Se questo processo genera un significato credo stia al lettore dirlo.

Ha iniziato da subito a concentrarsi su tematiche legate al corpo e alla diversità oppure è stato necessario un percorso specifico per arrivare a trattare argomenti così importanti ma anche così delicati?

Certamente. Aprirsi su argomenti così intimi richiede il superamento di barriere antiche, imparare ad aggirarle, se non ad abbatterle è un processo lungo e faticoso, ma una volta superate si scopre un mondo.

E spesso è un mondo fatto di altre persone che stanno ancora lottando contro quei muri, col bisogno di sentire una connessione, di vedersi raccontate e rappresentate.

È molto attivo sia nell'autoproduzione sia nella collaborazione con case editrici, quali sono le differenze tra un fumetto autoprodotto e uno pubblicato attraverso un editore?

Non moltissime, almeno finché parliamo della fase di realizzazione di un fumetto. Ciò che fa la differenza sono i costi e la distribuzione che sono tutti a carico dell’autore. Le mie autoproduzioni vivono in un circuito limitato come quello delle fiere e del mio negozio online, ma ne ho il pieno controllo svolgendo tutte le attività gestionali. E, come dicevo, a fronte delle spese, produrre fumetti brevi a piccole tirature è un investimento con ritorno economico molto più vantaggioso rispetto al realizzare libri di 200 pagine per un editore.

Il tema di questo mese dell’inserto Finzioni è I giganti, ci parli della sua illustrazione di copertina.

Con la mia cover volevo rappresentare l’ambizione e l’affanno di stare al passo. È un sentimento che credo molti artisti provano spesso, il desiderio di superare sé stessi o gli altri, il sentirsi non all’altezza. E poi non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione per disegnare uno scenario dal sapore fantastico e mitologico.

Nei suoi fumetti tratta con delicatezza argomenti importanti e attuali ma che purtroppo per molti sono ancora dei tabù come il sesso, l'intimità, le paure e l'accettazione di sé. Ci parli delle reazioni che hai ricevuto riguardo alle sue storie

Raggiungendo una nicchia relativamente ristretta, e non dando in pasto i miei lavori al pubblico generalista, devo dire che mi sono sempre sentito accolto dai miei lettori. Io parlo a chi so che è disposto ad ascoltare, e si tratta tendenzialmente persone con la necessità di vedersi rappresentate. In un certo senso credo che io e i miei lettori ci scegliamo vicendevolmente.

Ha qualche consiglio da dare a coloro che desiderano autoprodurre i propri fumetti o le proprie illustrazioni?

Il mio unico consiglio è: fatelo. Uscire dalla grande macchina dell’industria aiuta a rinnovare un contatto di autenticità col proprio lato artistico.

Quali tecniche e strumenti preferisce utilizzare nella creazione dei suoi lavori?

Avendo una formazione da disegnatore grafico, lavoro esclusivamente in digitale, al punto che disegnare in analogico mi crea disagio ed è sempre stato causa di frustrazione. Poi ho scoperto che si poteva disegnare sul computer ed è stato in quel momento che ho capito che fosse possibile ricavare soddisfazione dal fare arte.

Ha in cantiere qualche progetto futuro che vorrebbe anticipare?

Ho diversi progetti in corso: il webcomic “Mothersea”, un’avventura fantascientifica rivolta a un pubblico di giovani adulti con un cast interamente queer. L’intero rifacimento del mio secondo libro Inni alle stelle, una sorta di director’s cut dove andrò a modificare pesantemente storia e personaggi per valorizzare la mia visione originale. E infine un nuovo fumetto su un mago e la sua ambizione di diventare il più grande artista di sempre. Insomma, diversi cantieri che richiedono realisticamente molto tempo ma non posso che procedere stando al mio personalissimo passo.

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