Un racconto sul g8 di genova

Carlo Giuliani aveva un anno meno di te

  • Mio nipote viene sempre, adesso, tutti i giorni; mentre per mesi, quando stavo a casa, non si faceva vedere, quasi mai, neanche al telefono. Questi giorni che sto a letto si presenta dopo pranzo, forse sa che se capita verso quest’ora, mi trova sveglio, mi porta il giornale e, se mi va, me lo legge, come fossi cieco.
  • A Genova, legge, Berlusconi ha fatto mettere limoni finti attaccati alle piante. Crede che non ci sento. Tiene il tono di voce alto, come se fossi diventato oltre che cieco, sordo, sordo o occluso nei pensieri, un uomo per modo di dire, che non s’alza dal letto, non sente e non vede, e lui si sente che si deve conquistare la mia attenzione a forza di acuti, ma manco mi va di farglielo notare.
  • «Chi è morto?». «Quando?», dice lui. «Chi è morto?». «Chi è morto quando, nonno?». «Non è morto uno l’altro giorno?». «Quello che è morto a Genova, dici?». «È morto?». «Sì». «Quanti anni aveva?». «Ventitré». «Quanti ’e te?». «Uno in meno».

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