Come ogni anno anche lo scorso 14 marzo (che negli Stati Uniti si scrive 3.14) si è festeggiato il giorno del pi greco, o meglio, la Giornata internazionale della matematica. In diverse scuole e piazze del mondo sono stati organizzati giochi e laboratori per bambini, ragazzi e famiglie. Un modo per avvicinare le persone a una disciplina ritenuta ostica, se non incomprensibile. Per esempio a Roma, sabato scorso a Piazza Sempione, gli attivisti del Dopolavoro Matematico, in collaborazione col terzo municipio, hanno coinvolto i passanti in una serie di attività per scoprire insieme che la matematica ha molti aspetti divertenti, diversi dal ricordo che molti di noi si portano dietro dai tempi della scuola.

Come tutte le ricorrenze, però, anche questa Giornata rischia di far diventare speciale ciò che dovrebbe essere la norma. La matematica, infatti, è uno strumento indispensabile per capire il mondo e una fucina ricca di spunti alla portata di tutti. È, soprattutto, una branca del sapere strettamente connessa a tutte le altre: dalla letteratura alla filosofia, dalle scienze alle arti, la cultura in tutte le sue forme è un corpo unico che non può essere ridotto alla somma delle singole discipline in cui viene suddivisa. Questa parcellizzazione della conoscenza, finalizzata alla trasmissione del sapere (basti pensare a come sono organizzati i corsi universitari, e a come funzioni l’insegnamento scolastico, rigidamente suddiviso in “materie”), ha diffuso la convinzione che il nostro patrimonio intellettuale sia frammentato in tanti pezzi scollegati.

In passato non era così: ne sono esempi la Divina Commedia, compendio delle conoscenze della sua epoca, o figure come quella di Leonardo da Vinci, in cui è impossibile separare l’artista dallo scienziato.

Un'iniziativa che da qualche anno va in questa direzione è il Liceo Matematico. Un progetto che coinvolge molte scuole e università. Alla base c’è l’idea che la matematica, se appresa in modo significativo, attraverso attività che vadano al di là della semplice memorizzazione di formule o della risoluzione di problemi, può essere proprio quel ponte che mette insieme i “pezzi” del sapere.

I ragazzi, svincolati dalla tirannia del voto, vengono coinvolti in attività che consentono loro di scoprire quanta matematica c’è nella vita quotidiana e nell’ambiente che li circonda; quanto l’arte, la musica, la letteratura siano impregnate di principi matematici inaspettati; quanto alcune idee e concetti matematici abbiano influenzato la filosofia e la cultura.

Soprattutto, i ragazzi hanno un ruolo attivo in tutte le fasi dell’apprendimento: dapprima nella scoperta, poi nello sviluppo del lavoro, spesso portato avanti in piccoli gruppi per lasciare a ognuno la possibilità di esprimersi, e infine nella valutazione.

Come dicevamo, infatti, in queste attività non è previsto un voto finale. Piuttosto, vengono organizzate delle giornate di confronto tra classi di scuole diverse. In questo modo gli alunni possono presentare ai loro coetanei i frutti delle loro ricerche ed apprendere quelle fatte dagli altri, in uno scambio più proficuo di quanto avviene durante l’interrogazione.

Come mettere a regime l’esperienza del liceo Matematico, insieme alle tante altre sperimentazioni che hanno attraversato la scuola italiana? Come fare tesoro di tutto ciò? Di sicuro ci vorrebbero massicci investimenti sulla scuola pubblica, anche se al momento non sembra che ci si stia muovendo in questa direzione.

Allora, nell’attesa che le cose cambino, ben vengano queste occasioni per ragionare insieme sull’importanza di una visione ampia del sapere.

Il tema della Giornata di quest’anno è stato Giocare con la matematica. Anche se in inglese il verbo “play” ha molti altri significati, che arricchiscono il tema di sfumature interessanti, resta la consapevolezza che la matematica può e deve essere qualcosa di divertente e altamente istruttivo come solo il gioco sa essere.

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