È iniziato tutto durante il lockdown, per dare una risposta alla noia e ai dolori familiari, ed è stato un successo. Mentre la chiusura imposta nei primi mesi del 2020 creava disagi alle vite e alle relazioni di ognuno di noi, appesantite spesso dalle restrizioni e da tutti quei problemi che esistevano già da prima, qualcuno ha trovato una risposta differente.

È la storia di Matteo Carlino, 25 anni, di Genova, fondatore della pagina social “Giornalisti out of context” che raccoglie una rassegna di gaffe, situazioni ridicole, assurdità dal sapore ironico e anche i (sempre più rari) momenti di perfezione del giornalismo. Italiano e non solo.

Ridere degli errori

Scorrendo la bacheca di “Giornalisti out of context” si alternano esilaranti immagini di giornalisti imbarazzati e imbarazzanti, di programmi già terminati ma rimasti in onda o di microfoni non ancora spenti che diffondono parole inopportune. E poi gaffe, di tutti i tipi, anche internazionali. Video e immagini che girano sul web e che Carlino cerca, trova e condivide sulla sua pagina.

Lo fa da solo, nel tempo libero, ma poi ci sono anche i follower, oltre 23mila su Twitter e quasi 21mila su Instagram, che spesso segnalano contenuti interessanti in tema con la mission della pagina. «Lascio sempre i loro crediti - racconta l’autore a Domani – così che l’username di chi mi fa le segnalazioni risulti visibile». Una forma di riconoscimento «perché è giusto –  dice – verso chi partecipa alla pagina da cui, tiene a precisare, «non guadagna niente».

Mai ridicolizzare 

«Altre volte – racconta Carlino –  sono gli stessi giornalisti delle redazioni» a fornire quel materiale. In quel caso, la discrezione sulla provenienza del post è assoluta. «Il senso non è mai quello di ridicolizzare testate o giornalisti», tiene a sottolineare. Tanto che nella sua pagina ha inserito le netiquette, delle linee guida in cui spiega la natura rispettosa della pagina.

Oltre alle gaffe, che restano comunque i contenuti prevalenti, “Giornalisti out of context” condivide anche quelli che il giovane definisce «momenti perfetti di giornalismo». E porta come esempio quello in cui Lilli Gruber – nella puntata di Otto e Mezzo, su La7, del 2 agosto 2020 – pronuncia il nome di «tre compagnie aeree straniere, tutte di nazionalità diversa, di fila e in modo eccezionale».

E i giornalisti come la prendono? «Nessuno si è mai lamentato». Anzi, spesso nelle discussioni sui post, intervengono gli stessi giornalisti, dimostrando di apprezzare anche loro. «Però – assicura – se qualcuno non si dovesse sentire a suo agio, non ci metto niente a eliminare il post».

Lo scopo della pagina è infatti l’ilarità nel rispetto di tutti. E il suo successo sul web è arrivato in modo non calcolato né immaginato dallo stesso autore. L’idea è nata, infatti, in un momento di dolore personale dovuto a situazioni familiari e alla pesantezza accumulata durante il periodo del primo lockdown. Doveva essere la sua via di fuga, un modo creativo e divertente per dedicarsi a sé. Ha pensato di creare una pagina su Twitter – che poi si è estesa su Instagram e Tik Tok –  ma nella sua idea non avrebbe avuto che un unico visualizzatore: lui stesso. Poi è andata diversamente. 

Ispirazioni

Carlino si è ispirato alla pagina di “Boris out of context” e ha creato una pagina che all’inizio si chiamava “Betello out of context”, dal nome del giornalista del Tg1, Marco Betello, preso di mira in numerosi sketch del trio comico Gialappa’s Band. All’inizio riproponeva solo contenuti divertenti su Betello. Poi, vedendo che la sua iniziativa riscuoteva una inattesa popolarità, ha cominciato a inserire video di altri giornalisti. Dopo un po’, la pagina ha cambiato nome divenendo “Giornalisti out of context”.

© Riproduzione riservata