Il racconto

Giù dal precipizio: la crudele estate del traduttore disperato

LaPresse
LaPresse
  • Il sole di fine luglio abbrustoliva la città deserta. Il silenzio delle vie lo faceva rimbalzare più forte contro i muri, l’asfalto, i cartelli stradali
  • Anche quella notte avevo allungato il ritorno a casa. Al posto dei soliti trenta passi avevo girato at­torno alla Villa. Una volta rientrato, mi sono messo a tradurre col mal di testa
  • Prima traducevo i romanzi di Nick Job, alcuni classici americani e negli ultimi anni anche qualche spa­gnolo in odore di Nobel. Ora invece i tempi sono cambiati, dicono in casa editrice

Per continuare a leggere questo articolo