Cultura

Gli spettri di Mario Soldati

Nel 1977, con il racconto \\\"I passi sulla neve\\\", Mario Soldati è stato l'unico italiano a venire ospitato tra le 24 storie dell'omnibus Mondadori Horror ILLUSTRAZIONE DI DARIO CAMPAGNA
Nel 1977, con il racconto "I passi sulla neve", Mario Soldati è stato l'unico italiano a venire ospitato tra le 24 storie dell'omnibus Mondadori Horror ILLUSTRAZIONE DI DARIO CAMPAGNA

Lo scrittore torinese sarebbe il più qualificato a parlare di spettri. Anzitutto perché non era un credulone. E poi perché, anche quando li ha raccontati, non ha mai nascosto la sua preferenza per gli esseri umani

  • Nelle sue pagine è improbabile che i suoi spettri atterriscano o facciano serrare alla svelta le palpebre, più facile che incuriosiscano e inquietino, come certe magie soffuse.
  • Mario Soldati, raccontando le presenze notturne, le oscurità argentee e le sue ipotesi inverificabili, mostra una mano dolce, sfuggente, affettuosa.

  • Oltre il ciglio del magico e del prodigioso, Soldati, ghostbuster timido e malinconico, spesso si trova a Torino, il cui vero volto, soprattutto nell’ora che precede la cena e a maggior ragione di questi tempi, è quello degli spettri che ne abitano le vie cinerine e ortogonali da sempre.

Soprattutto in questi giorni di strade desolate e lampioni fiochi, cercare una fonte qualificata per quel che riguarda i fantasmi potrebbe rivelarsi un insuccesso seccante. E non perché sia difficile individuare qualcuno che sostenga di averne visto uno – che assicuri di avervi condiviso un tè in un bar del centro o di aver fatto, in sua compagnia, le ore piccole sul pontile di una nave da crociera – ma perché chiunque sostenga di aver visto un fantasma non sarebbe mai disposto ad accettare, con

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