l’eredità di Gorbačëv

Una luce nella “casa comune” sfida il buio del pensiero arcaico

 

  • Siamo a Reykjavik, in Islanda, nel 1986. Michail Gorbačëv, da un anno segretario del Comitato centrale del Pcus, ha persuaso Ronald Reagan a riprendere il negoziato lanciato l’anno prima, a Ginevra, per il disarmo nucleare bilaterale.
  • Ho ricordato su questo giornale (28 aprile) che quella politica estera, che mise al mondo un mondo nuovo, doveva essere l’aspetto “esterno” della perestroika.
  • Vorrei tornare su quel nesso essenziale fra democratizzazione interna e realizzazione di un nuovo ordine internazionale, a partire dalla “casa comune europea”, che il grande riformatore sconfitto aveva in mente. 

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