Il digiuno obbligato

Non esiste la Pasqua per chi rimane senza cibo durante una guerra

Un uomo\\u00A0e la moglie trasportano in una carriola del cibo\\u00A0che hanno recuperato\\u00A0a Yahidne, vicino a Dnipro, in Ucraina. La foto è del 12 aprile \\u00A0(AP)
Un uomo e la moglie trasportano in una carriola del cibo che hanno recuperato a Yahidne, vicino a Dnipro, in Ucraina. La foto è del 12 aprile  (AP)
  • Non è facile nutrire chi combatte, non lo è mai stato. Proprio la necessità di garantire il rancio ha dato da pensare a menti brillanti e sono state spesso le esigenze da battaglia ad alimentare la scienza della conservazione di cibi e bevande, perché inscatolare carne e assicurare acqua buona da bere non è e non è stata sempre cosa facile.

  • A fronte delle preoccupazioni per battaglie future, sono rivelatrici le testimonianze di chi in battaglia ci andò davvero. La guerra di trincea, la prigionia, l’occupazione sofferte negli anni italiani della Prima guerra mondiale (1915-18) sono raccontate da molte voci, che non mancano di riferire sulle povere tavole pasquali.

  • È passato più di un secolo da queste testimonianze – e tante ne potremmo riportare ancora – e la guerra si riaffaccia con modalità nuove nella comunicazione quotidiana. Per quanto cambino però i modi di combattere, è indubbio che la questione della fame e della sete rimanga sempre attuale e irrisolta.

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