Cultura

Hannah Arendt disprezzerebbe lo smartphone che ci ha destabilizzati

Da tempo non siamo più noi a utilizzare le cose, sono le cose a usarci: è ciò che ci rende dei consumatori. È il contrario di quello che succedeva nei rituali, quando ogni cosa era compresa in un tutto armonico

 

  • Lo smartphone non è una cosa che piacerebbe a Hannah Arendt, gli manca proprio quella medesimezza in grado di stabilizzare la vita e non è neanche particolarmente resistente. L’inquietudine propria di questo tipo di apparecchio lo rende una non-cosa. Inoltre, il suo utilizzo diventa costrittivo, invece da una cosa non dovrebbe scaturire alcuna costrizione.
  • Oggi non consumiamo solo le cose, bensì anche le emozioni di cui si fanno portatrici. Le cose non si possono consumare senza fine, le emozioni sì. Così esse aprono un nuovo, infinito campo di consumo.
  • Anche i valori fungono oggi da oggetto del consumo individuale, diventano a loro volta merce. Valori come la giustizia, l’umanità o la sostenibilità vengono sfruttati economicamente.

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