Il disco come un affare di famiglia, la famiglia Alekna: dopo Virgilius, gigante lituano, due vittorie olimpiche nel 2000 e nel 2004 e quel record mondiale mancato per un palmo, è l’ora di Mykolas, 21 anni, nato tra un successo e l’altro del padre ai Giochi.

Tocca a lui superare il primato più vecchio dell’atletica maschile: 74,08 di Jurgen Schult, a Neubrandenburg, il 6 giugno 1986, quasi 38 anni fa. Mykolas fa atterrare il “piatto” da due chili a 74,35 nella località diventata la nuova Mecca dei discoboli: a Ramona, Oklahoma, i forti venti contrari tengono in quota, trasformano quel che viene rilasciato, dopo un giro su stessi, in disco volante.

L’anno scorso il samoano Alex Rose aveva portato all’attenzione il nome della cittadina dell’Oklahoma: un improvviso e sorprendente 70,39. Ramona come l’Antelope Valley californiana della fine degli anni Sessanta. Pochi giorni fa uno dei tanti giamaicani di gran stazza, Ranford Mullings aveva mancato la fettuccia per pochi centimetri e sabato la cubana Yaime Perez era riuscita a far veleggiare il dischetto da un chilo delle donne sino a 73,09: da 35 anni non si vedeva una misura del genere.

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C’erano tutte le premesse e sono state mantenute. Alekna junior ha cominciato con 72,21, record personale, un ufficioso record mondiale under 23 e l’ingresso tra i primi dieci di sempre. Dopo un 70,32 che si sarebbe rivelato come il peggior lancio del suo giorno dei giorni, ha allungato a 72,89, scalando sino al quarto posto della all time. A seguire, 70,51 e la botta decisiva, misurata a 74,41 e dopo secondo controllo, con rotella metrica, a 74,35, 27 centimetri oltre il 74,08 che il tedesco est Jurgen Schult aveva raggiunto il 6 giugno 1986 a Neubrandenburg, un altro luogo prediletto dagli eredi di Mirone: è lì che Gabriele Reinsch si è spinta a 76,80 nell’estate del 1988, poco più di un anno prima della sparizione della Repubblica Democratica Tedesca, assai nota nello sport con la sigla Ddr. Schult è rimasto nel “ramo”: disegna e produce dischi da competizione e da allenamento.

Alekna junior ha chiuso con 70,50, un record nel record: nessuno aveva mai sfruttato i sei lanci a diposizione con sei prove oltre i 70 metri. Le condizioni erano perfette e invitanti: necessario spingersi tra 69,08 e 68,10 per un piazzamento tra il secondo e il quinto posto. Il più grande risultato d’assieme di sempre.

Lui e il padre

Mykolas è un biondone senza la possanza di papà Virgilius, 2 metri per 130 chili, un ex-guardia del corpo del presidente della repubblica di Lituania, che si avvicinò al record di Schult a Kaunas, nel 2000, due anni prima della venuta al mondo del figlio: 73,88, sfruttando il vento che veniva dal Baltico, venti centimetri da quel primato che continuava a resistere agli assalti dei lanciatori nati sul Mediterraneo del Nord: anche l’estone Gerd Kanter è andato molto lontano, ben oltre i 73 metri.

Papà Virgilius Alekna oro ai Giochi di Atene - EPA

Il piccolo Alekna è leggermente più basso (1,94) e più leggero (109 chili) del padre e fa della velocità d’esecuzione più che della potenza la sua arma. Si aggirava attorno ai 70 metri già quand’era junior, collocando il record mondiale under 20 a 69,81 con il disco da un chilo e tre quarti. Ora, scorrendo le graduatorie storiche, Alekna junior è primo, Alekna senior terzo. Mai capitata una cosa del genere. L’altro figlio, Martynas, ha poco più di 60 metri. Terzo e staccatissimo nella graduatoria di famiglia.

Il nuovo primatista vive a Los Angeles, studia alla University of California e proprio a Berkeley l’anno scorso si era spinto sino a 71 metri. Sta bruciando le tappe: a meno di 22 anni è salito due volte sul podio dei Mondiali, secondo e terzo, è campione europeo e ha forti chances di metter le mani sul titolo olimpico in palio tra poco più di cento giorni a Parigi. Gli avversari sono il gigantesco svedese Daniel Stahl e lo sloveno Kristjan Ceh, che ha una sorprendente somiglianza con Clark Kent prima che si trasformi in Superman.

A questo punto, dopo l’exploit di Mykolas, il più vecchio record maschile è la martellata di quel buonanima di Yuri Sedykh, 86,74 agli Europei di Stoccarda 1986. Il più vecchio record in assoluto è l’1’53”28 sugli 800 di Jarmila Kratochvilova, avviato ai 41 anni di durata. A meno che uno scontro acceso tra l’americana-sudanese Ating Mu, la kenyana Mary Moraa e la britannica Keely Hodgkinson non ponga fine a Parigi all’interminabile regno.

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