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Una settimana fa ho lasciato l’appartamento in cui ho vissuto negli ultimi dieci anni. Ho portato via tutto: elettrodomestici, libri, vestiti e scarpe, quadri.
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Avevo l’idea che la casa fosse abitata dal fantasma di un amore finito male. C’erano ampie finestre luminose che lasciavo aperte anche di notte, ma l’aria era densa. Accendevo incensi o candele e si spegnevano da soli.
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Quando ho trovato l’uomo che incarnava il mio ideale di relazione, amandomi e umiliandomi, la mia casa si è rivoltata contro di lui. Ora la mia prima domanda è: «Quanto conta per te il sesso da uno a dieci?».
Una settimana fa ho lasciato l’appartamento in cui ho vissuto negli ultimi dieci anni. Ho portato via tutto: elettrodomestici, libri, vestiti e scarpe, quadri. Due trasportatori hanno iniziato a smontare il guardaroba con le ante scorrevoli in vetro che si incastravano sempre. L’hanno spostato. Dietro c’era un foglio di quaderno strappato in tanti pezzi, sembrava una lettera, inchiostro rosso di penna bic e una grafia inclinata che non riconoscevo. Ho provato a ricomporla, l’inizio diceva:



