Cosa c’è nella testa del comico del momento? Ci sono ossa, aree di tessuto fibroso, un cervello e persino degli occhi.
Ha scritto un libro per Rizzoli in cui racconta, fra le altre cose, delle donne di Califano, che sono ovunque intorno a noi.
E si lamenta di un dizionario del cinema, il Maruzzelli, che è così approssimativo da stravolgere le trame dei film.
Cosa c’è dentro la testa di Valerio Lundini? Non c’è una pezza, c’è un mondo: di paradossi, di situazioni assurde, di sovversivo situazionismo semantico. Di cose prese alla lettera. La scritta “No Tav” sui muri? Serve a indicare che quel muro non è un Tav. Gli zii che rubano il nasino ai nipoti? Lo rubano davvero e lo nascondono nel cassetto. Una caraffa d’acqua che scappa per le strade di Roma? E niente, a Lundini gli è semplicemente partita la brocca. Quanto a quello che succede in un ristora



