L’artista maliano continua a vivere e lavorare nel proprio paese, indissolubilmente legato alla cultura in cui è nato: «Non importa dove si vive, la sofferenza umana è sempre la stessa»
- «In fondo, quello che mi interessa è confrontarmi con la sofferenza umana. Non importa in che continente ci si trovi o in che contesto culturale si viva, il dolore dell’uomo è sempre lo stesso».
- Abdoulaye Konaté parla dal suo studio di Bamako, capitale del Mali. Legato indissolubilmente alla cultura in cui è nato, Konaté è uno di quegli artisti africani che, pur avendo avuto un importante riconoscimento in occidente, continua a vivere e lavorare nel proprio paese.
- «Molti pensano che io lavori su un piano politico», spiega Konaté, «in realtà intervengo più sul piano sociale. Poi, è chiaro, certi temi incrociano la politica. Ma non è quello che mi interessa. L’arte non cambia direttamente la società, stimola la ragione e la sensibilità, che è ciò che ci distingue dagli animali».