Il più bel libro possibile è probabilmente il catalogo di un editore, così avvertiva Giorgio Manganelli. Ora Luca Cena, fondatore di una libreria antiquaria, noto e originale tiktoker o youtuber, ha scritto con Il Biblionauta (Mondadori Electa) un testo che apre un ponte tra un mondo considerato a torto polveroso e antiquato e l’altrettanto sottovalutata contemporaneità digitale
Il più bel libro possibile è probabilmente il catalogo di un editore, così avvertiva già Giorgio Manganelli e così è per chi vive di libri nel senso che li frequenta con l’assiduità di un’ossessione e spesso trasforma quel movimento quotidiano di ricerca e curiosità in una delle varie professioni che aleggiano attorno al mondo editoriale che se pur tanto ridotto e squassato dalla contemporaneità ancora resiste, quanto meno floridamente, nell’immaginario comune.
Se si scrive sempre lo stesso libro è anche vero allo stesso tempo che si cerca e si insegue sempre il medesimo libro, quello che non ci si aspetta che è anche quello che senza saperlo si vorrebbe da sempre avere tra le mani o sullo scaffale della propria libreria.
È una lotta che incrocia conscio e inconscio, che sovrappone quello che si pensa di sapere e quello che non si sapeva di sapere, del mondo, degli altri, ma soprattutto di sé stessi. E da una scoperta di sé prende avvio un libro che nasce grazie ai libri e alla passione per loro. Un libro dunque sui libri e la loro storia, ma prima ancora un libro su come sono fatti i libri e infine e forse più semplicemente un libro che non spiega ciò che non può spiegare, ovvero perché i libri piacciono, ma invece racconta benissimo perché non si può fare a meno di loro una volta che la scintilla scocca e quell’amore diviene inesauribile, seppur quanto mai conflittuale.
Un’autobiografia possibile
Luca Cena libraio e fondatore nel 2019 della libreria antiquaria White Lands Rare Books di Torino e ormai noto (quanto originalissimo) tiktoker o youtuber che dir si voglia, ha scritto con Il Biblionauta (Mondadori Electa) un testo che in qualche modo apre un ponte tra un mondo considerato a torto polveroso e antiquato e l’altrettanto sottovalutata contemporaneità digitale. Un ponte che è anche l’occasione per raccontare una storia che parte da ben prima del 2019, essendo Luca Cena figlio d’arte ovvero di Roberto Cena e di Elsie Deferre fondatori nel 1985 della libreria antiquaria Il Cartiglio vero e proprio punto di riferimento per appassionati e cultori, in via Po a Torino.
Un’avventura che prende avvio quasi all’improvviso, dopo un periodo di praticantato come avvocato penalista che rivela a Cena come i libri non possano occupare solo lo spazio laterale del tempo libero, ma rappresentino una scelta esistenziale totalizzante. Il Biblionauta non è solo una guida pratica ai libri antichi, cosa che per altro Luca Cena persegue brillantemente sulle sue pagine social seguite da centinaia di migliaia di follower, ma diviene l’occasione di un’autobiografia perché nulla più dei libri può raccontare chi si è e da dove si viene e di conseguenza anche dove si andrà a finire ovvero dentro la prossima libreria o presso il prossimo mercatino.
Cena ha il tocco preciso di un divulgatore attento e puntuale che non privo di ironia e leggerezza sa portare i libri nelle mani di chi spesso conosce poco o nulla del mondo editoriale e in questo è sicuramente un’intuizione assolutamente non scontata quella di passare attraverso i libri antichi che vivono slegati dal loro tempo ed emergono attraverso la concretezza della loro fattura e la brillantezza spesso originalissima dei propri contenuti. Libri che richiedono competenze intellettuali solide e una grande conoscenza della tecnica produttiva, ma che al tempo stesso offrono una possibilità di fascinazione più diretta e coinvolgente. Il primo capitolo dunque non può che essere “Che cos’è un libro?” seguito da “Come sono fatti i libri”.
La forza e l’immediatezza comunicativa che Cena esprime sui social qui appare anche con la chiarezza di un’impianto saggistico che offre tutti gli elementi base per comprendere appieno cosa significa tenere tra le mani libri che spesso sono vere e proprie opere d’arte, ma che in ogni caso rappresentano sempre efficacemente la sintesi di un tempo e di una cultura.
Testi che vivono fortemente dentro a un sentimento di meraviglia anche se contengono teorie sorpassate o dense di credulità fantastiche prive di ogni fondamento – non va dimenticato che il corpus centrale della biblioteca antiquaria di Umberto Eco era composto da libri su teorie totalmente sbagliate, ma capaci anche per la loro ingenuità di esprimere un’irreprimibile desiderio di conoscenza tipico degli esseri umani che nasce sempre da una forma di sogno e d’incanto.
Questo è il catalogo
Una conoscenza trasmessa nei secoli che – unita alla qualità di volumi che sono ben più di meri supporti, ma divengono parte stessa del senso del tempo da cui provengono –, contiene un sentimento puro di felicità. Ed è per questo che diviene fondamentale comprendere le tecniche cartografiche e legatorie perché in quel lavoro artigianale accurato che ha permesso a questi oggetti di attraversare i secoli vi si concentra una competenza e un desiderio di trasmissione e relazione straordinario. Quei libri in fondo vivono della medesima logica di cui sono fatti oggi i social: trasmettere e relazionarsi e nel farlo offrire uno spazio di approfondimento capace anche di mutare che vi si immerge.
Il Biblionauta assume così la forma anche di un catalogo che organizza i libri e le loro caratteristiche, così come di una guida al collezionismo e contemporaneamente appare come una breve e puntuale storia del libro. Tre movimenti che potrebbero essere espansi all’infinito, ma che nella loro possibile evoluzione non possono che trovare strade diverse ed originali a seconda della curiosità di chi decida di attraversale come ponti verso nuove sponde anche esistenziali come è avvenuto per lo stesso autore del libro.
Nessun testo è definitivo come non lo è nessuna collezione, o meglio lo è nella parabola esistenziale di ogni collezionista così come nella forma che un libro assume di volta in volta, ma non va mai sottovalutata la forza interpretativa che può mutare nel profondo la percezione di un testo fino a cambiarlo radicalmente davanti ai nostri occhi.
La funzione del libro
Si passa la vita a inseguire libri che ci hanno preceduto negli anni e nei secoli, ma gli stessi poi ci seguiranno – anche sotto forme diverse – divenendo tessere di un viaggio che può rinnovarsi all’infinito ricollocandosi nuovamente all’interno di un altro contesto e di un’altra collezione. Il Biblionauta in fondo non è altro che l’esito dei tanti libri maneggiati, venduti, comprati e inseguiti da Luca Cena. Oggi il ruolo del libro è profondamente mutato da quello che gli era stato assegnato per tutto il Novecento. La crisi delle organizzazioni culturali ne ha mutato lo spazio e in alcuni casi lo ha drasticamente ridotto, ma si farebbe un grave torto alla nostra società e alle generazioni future se si confondesse l’incredibile avanzamento delle possibilità relazionali offerte dalla rete, con lo spazio di senso che possono offrire i libri nella loro potenziale evoluzione contemporanea. Ed è proprio il mondo del libro antiquario come quello del modernariato che possono offrire una chiave di lettura capace di cogliere e interpretare il libro nella contemporaneità.
La sua complessità e quella dei suoi elementi che lo compongono vive infatti all’interno di un equilibrio i cui pesi cambiano spesso radicalmente nel tempo. Là dove il contenuto era preminente ora lo è l’aspetto grafico, così come la fattura vera e propria, per non dire dei paratèsti, spesso più rivelatori dell’opera stessa del brodo culturale in cui è stata accolta la prima volta. Luca Cena oltre a compiere un lavoro di divulgazione efficace e seducente mostra uno spazio ancora oggi poco considerato che non riguarda un collezionismo paludato, ma che rivela quella connessione inesauribile tra l’umanità e gli oggetti tanto più quando questi sfondano la quarta parete andando ben oltre l’aspetto strumentale e divenendo veri e propri elementi simbolici (così come sostanziali) di una cultura.
Ogni libro è una società possibile da esplorare (come da impedire) e Il Biblionauta è il libro di bordo per viaggiatori in erba e per curiosi di professione. Un’avventura da cui non si può non restare sedotti.
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