Affrontare una malattia mentale è come camminare da soli nel deserto, a causa dello stigma sociale che colpisce chi ne soffre e coloro che gli stanno attorno.

È questo che sembra dire l’immagine del film di Matteo Garrone Io Capitano, scelta come copertina della quattordicesima edizione dello Spiraglio film festival, che quest’anno si tiene dal 11 al 14 aprile al Maxxi di Roma. Al regista verrà conferito il premio Lo Spiraglio 2024 per il modo il cui il suo cinema «esplora le emozioni e gli aspetti oscuri dell’inconscio umano, invitando il pubblico a riflettere senza fornire giudizi morali espliciti».

Da quando è nata nel 2011, la manifestazione dedica a chi è affetto da patologie psichiatriche uno spazio in cui il cinema racconta la malattia, la solitudine e le difficoltà che incontra tutti i giorni. Portare i disturbi mentali sul grande schermo equivale ad attribuire loro dignità.

Quest’anno il festival assume un significato ancora più profondo, poiché cade nell’anno del centenario della nascita di Franco Basaglia, lo psichiatra che ispirò l’omonima legge del 1978 con cui si decise la chiusura dei manicomi in Italia.

Basaglia, da direttore del manicomio di Gorizia, aveva iniziato a sperimentare nuove tecniche di assistenza alle persone con problemi psichiatrici, eliminando la contenzione fisica – le famose cinghie con cui i pazienti erano legati ai letti – aprendo i cancelli della struttura e consentendo per la prima volta ai degenti, accompagnati, di esplorare il mondo esterno. «Una vera e propria “rivoluzione dal basso” che da allora pone al centro la persona e non la malattia, avendo smontato le regole oppressive che disciplinavano la vita dei pazienti», commentano gli organizzatori del festival.

Gli otto cortometraggi e otto lungometraggi in concorso hanno come filo conduttore l’emarginazione sociale di quei soggetti che la società non ha integrato, affetti o meno da patologie mentali. Tra questi ci sono Kripton e Sull’Adamant – Dove l’impossibile diventa possibile, due lungometraggi rispettivamente di Francesco Munzi e Nicolas Philibert. Kripton è la storia della vita sospesa di sei ragazzi tra i venti e i trent’anni, che hanno deciso di ricoverarsi volontariamente in due comunità psichiatriche nella periferia di Roma. Sull’Adamant, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 2023, racconta la quotidianità di un centro diurno galleggiante, che si trova sulla Senna a Parigi. Tra i cortometraggi Salvate dai pesci. Racconti dalla sezione femminile di Rebibbia di Stefano Corso e Indipendenza da gioco. Storia di Luca di Benedetto Alessandro Sanfilippo.

Le pellicole saranno premiate alla fine della manifestazione: in questa edizione si aggiunge un nuovo riconoscimento, il premio Luciano De Feo, dedicato al famoso critico cinematografico. Gli spettatori assegneranno per il secondo anno consecutivo il premio del pubblico dello Spiraglio al film in concorso che riscuoterà più successo tra loro.

Lo spazio dello Spiraglio vuole essere un luogo in cui gli operatori della salute psichica, esperti, volontari e pazienti possono ritrovarsi per parlare della loro esperienza. In quanto tale, è nato come un progetto di un centro diurno di Roma, a pochi passi dalla stazione Termini. A partire dal 2019 lo Spiraglio ha ampliato il proprio progetto e si è posto come obiettivo quello di formare un maggior numero di utenti del Dipartimento di Salute mentale dell’Asl Roma1, rivolgendosi ad un bacino di utenza che copre più di un terzo della popolazione romana.

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