C’era una volta un autore di libri illustrati per bambini pluricensurati: troppe caccole, puzzette e gabinetti, conditi peraltro da un sacco di errori grammaticali e dall’insulso protagonismo di mutande e pannolini.

Quello stesso autore, 20 anni dopo avere dato il via al genere definito poop fiction, è diventato il leader incontrastato di un altro settore editoriale: il fumetto per bambini. Si tratta di Dav Pilkey, autore già noto per i romanzi di Capitan Mutanda, ma che con Dog Man si è non solo “reinventato” fumettista: ha fatto esplodere un nuovo mercato.

Da ormai oltre dieci anni, il fumetto è uno dei segmenti dell’editoria internazionale con i tassi di crescita più importanti. Negli ultimi anni, però, si è capito che il boom nelle librerie dei graphic novel ha trovato un motore nuovo, e forse inaspettato, nei giovanissimi. Non senza sorprese, a partire dagli Stati Uniti: «I supereroi hanno dominato il business dei fumetti per decenni, ma ormai sta accadendo qualcosa di stupefacente con i contenuti per il target infantile», ha detto Milton Griepp, il più rispettato analista economico dell’editoria dei comics.

Dav Pilkey, autore di successo mondiale con la serie di libri illustrati Capitan Mutanda – parliamo di ormai 12 libri più 11 spinoff in 23 anni, tradotti in 28 lingue e venduti in oltre 90 milioni di copie, con una serie tv in quattro stagioni e un film – è diventato un uomo dei record. Quello più assurdo? Stiamo parlando di uno degli scrittori più censurati degli ultimi vent’anni negli Stati Uniti, secondo i dati della American Library Association, che ogni anno raccoglie centinaia di segnalazioni di libri respinti o ritirati da scuole e biblioteche del paese.

Dopo avere tallonato con Capitan Mutanda le vendite di Harry Potter, Pilkey ha lanciato nel 2016 Dog Man, pubblicata in Italia da Il Battello a Vapore (Mondadori). Si tratta di una serie di graphic novel per bambini, con protagonista un bizzarro cagnolino poliziotto, in volumi di circa 200 pagine a colori ciascuno, arrivata al 9° volume e già tradotta in più paesi rispetto alla serie del “supereroe in mutande”: 38 lingue.

Trasgressione e dolcezza

Gli ultimi tomi della serie Dog Man sono addirittura entrati nelle classifiche americane partendo dal primo posto. E la ragione è semplice: semplici, spassosi e graficamente vivaci, irradiano uno stupefacente equilibrio fra trasgressione e dolcezza infantili. E hanno un’arma segreta: insegnano il piacere della lettura, quasi senza accorgersene.

Nel fumetto per bambini americano ed europeo, gli ultimi anni hanno visto emergere diversi casi editoriali importanti: le opere di americani come Reina Telgemeier e Gene Luen Yang, o di francesi come Zep e Emmanuel Guibert, hanno spostato in alto l’asticella della qualità e del successo tra i giovani lettori, contribuendo alla nuova fortuna del segmento, testimoniata nel 2020 dall’avvio del Comics Corner, una sezione dedicata all’interno della Fiera del libro per ragazzi di Bologna.

Nessuno però ha raggiunto a oggi i risultati di Pilkey, 54enne con un’infanzia segnata da dislessia e da disturbi dell’attenzione, il cui Dog Man ha superato i 30 milioni di copie vendute nel mondo. A questo ritmo, tra pochi anni potrebbe diventare un fenomeno persino più importante di Capitan Mutanda, e nella metà del tempo. 

Ogni avventura di Dog Man segue lo stesso schema. Il protagonista è un adorabile freak, corpo da uomo ma testa di cane, che comunica solo abbaiando, lavora in una caserma di polizia e deve affrontare le macchinazioni della sua nemesi, il gatto criminale Gino, aiutato da un cast di personaggi fra cui colleghi poliziotti, l’amico gattino, il “robot di compagnia” CR-80 e una reporter d’assalto.

In un mondo giocoso e grottesco, Pilkey abbraccia il punto di vista di bambini esuberanti, fa satira del potere esercitato dagli adulti su di loro, e offre strumenti per giocare con le cose importanti: i ruoli sociali, le relazioni, la fantasia. Ma anche con le parole: maiuscole e minuscole, ingrandite o rimpicciolite, talvolta sgrammaticate. Perché imparare a leggere significa fare errori; l’importante è vederli, e superarli ridendo.

Come in Capitan Mutanda, i problemi nascono dalle bislacche invenzioni scientifiche degli avversari, tipo raggi rimpicciolenti o spray che danno vita a cose inanimate.

Ma soprattutto, ogni avventura non è che una fiction, scritta, disegnata e con prefazione di George e Harold: sono gli stessi protagonisti di Capitan Mutanda, due amici di scuola elementare che amano passare il tempo a inventare storie, possibilmente a fumetti. E Dog Man non è che questo: uno dei loro fumetti.

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