Di più appassionanti dei testi antichi ci sono solo le loro storie: le vicende spesso rocambolesche e incredibile di come certi testi sono riemersi dall’oblio del tempo. Perché habent sua fata libelli
Aveva ragione il grammatico Terenziano Mauro, nel II secolo, a scrivere che «i libri hanno il loro destino». Anzi, la frase habent sua fata libelli è diventata proverbiale, addirittura nell’originale latino. Ma questo autore, forse africano, non poteva immaginare che il suo De litteris, de syllabis, de metris di tremila versi sarebbe sopravvissuto in un unico manoscritto, scoperto nel 1493 dall’umanista Giorgio Galbiate, nel monastero di Bobbio, sull’Appennino sopra Piacenza. La vicenda è l’enne



