- Pare che da bambina alla domanda «Come ti chiami?» rispondessi sempre in modo categorico «Io sono Giulia», come se fossi l’unica al mondo e il mio non fosse letteralmente il nome più diffuso in Italia tra le femmine della mia età.
- Giorgia Meloni ha appena pubblicato la sua autobiografia, che ho deciso di leggere un po’ allarmata dalla risonanza del titolo con i miei aneddoti d’infanzia e un po’ incuriosita da quello che ancora prima di uscire era già un caso editoriale clamoroso.
- È perfetto perché l’autrice si è premurata di metterci dentro qualcosa per tutti i gusti. Ma proprio mentre sei lì che stai per dire «beh dai, mica male ‘sta Meloni», arriva sempre una secchiata d’acqua fredda.
Pare che da bambina alla domanda «Come ti chiami?» rispondessi sempre in modo categorico «Io sono Giulia», come se fossi l’unica al mondo e il mio non fosse letteralmente il nome più diffuso in Italia tra le femmine della mia età. Non sono mai stata l’unica Giulia. In qualsiasi gruppo di cui abbia mai fatto parte – classi scolastiche, scuole di danza, gruppi estivi – eravamo sempre almeno in due. Io ero una Giulia. Ma mio padre sostiene che la mia personalità fosse già tutta lì, in quell’autode



