«Noi, da cittadini e uomini civili, possiamo solo augurarci che Patrick torni libero il più presto possibile e che possa tornare a studiare nella sua Bologna. Forza Patrick». Così Amadeus, tra l’esibizione di Max Gazzè e quella di Noemi, ha voluto lanciare il suo appello dopo aver ripercorso le tappe della vicenda di Patrick Zaki, il ricercatore egiziano dell'università di Bologna detenuto in Egitto da più di un anno, durante la serata di apertura del Festival di Sanremo. Ieri è arrivata la notizia della proroga di altri 45 giorni della prigionia nel carcere di Tora, dove si trova rinchiuso con l’accusa di propaganda eversiva. Era un attivista per i diritti umani. Il 7 febbraio 2020 è tornato al Cairo per vedere la sua famiglia, ed è stato arrestato all’aeroporto. «Una cosa molto importante, una vicenda che continua a turbare la coscienza della comunità internazionale».

La cittadinanza

Dal Pd lunedì sono arrivate richieste per concedere la cittadinanza allo studente. Lia Quartapelle (Pd) ha lanciato una raccolta di firme. Amnesty International Italia continua a tenere alta l’attenzione sul caso. Riccardo Noury, il portavoce, in un articolo ha scritto: «Il gioco è ormai scoperto: le autorità giudiziarie egiziane stanno giocando con i sentimenti e con la vita stessa di Patrick Zaki. Vogliono prolungare fino al massimo consentito la detenzione senza processo, far passare a Patrick un altro anno in carcere».

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