È stata la donna più cool del Novecento. Sensuale nei suoi vestiti neri, eleganti e attillati. Chi è che non avrebbe voluto essere lì, a bere pastis e fumare Gauloise nei caffè di Saint-Germain des Pres e nei bistrot di Montparnasse.   È al bar di Montana che incontra per la prima volta Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, alla Rhumerie martiniquaise che chiacchiera con Albert Camus, e al bar di Pont-Royal, che Maurice Merleau-Ponty, il grande filosofo della fenomenologia, già pazzo di lei, l’aveva invitata a cena perché gli piaceva la sua faccia.

I bistrot sono l’università della sua vita: un’enciclopedia e un atlante di un’epoca, il Novecento, quando Parigi era il centro del mondo.

Lei era Juliette Gréco, morta a 93 anni l’altro giorno, il 23 settembre, la più importante cantante popolare francese. Una donna che con i suoi lunghi capelli scuri, gli occhi allungati dall’eyeliner, le sue mani volteggianti, gli zigomi pronunciati e la voce profonda, è diventata la versione musicale del movimento esistenzialista e compendia in una vita sola La peste, La nausea, Il secondo sesso, La fenomenologia della percezione. Pietre miliari della cultura del Novecento che se ne va, in questi folli anni Venti del Duemila, un funerale dietro l’altro. Vestita sempre di nero, si metteva davanti al microfono sacerdotessa di una liturgia laica tra esistenzialismo, femminismo, fenomenologia, marxismo.

"Gréco ha un milione di poesie nella sua voce", scriveva Sartre, che componeva testi per lei. "È come una luce calda che fa rivivere le braci che bruciano dentro tutti noi. È grazie a lei, e per lei, che ho scritto canzoni. Nella sua bocca le mie parole diventano pietre preziose".

Irresistibile. Si innamorarono di lei il più famoso trombettista della storia del jazz, Miles Davis, e il grande filosofo Maurice Merleau-Ponty. “Ho cominciato a vivere il giorno in cui, in un caffè sul Pont Royal, un uomo, un cliente come me, che senza dubbio mi trovava carina, interessante, forse desiderabile, mi ha risposto. Improvvisamente la porta del paradiso si aprì... Avevo trovato una specie di padre, almeno un essere umano con una risposta. L'uomo era il filosofo Maurice Merleau-Ponty. La domanda era: "Cos'è l'esistenzialismo?"

Ha conosciuto Davis quando lui suonava a Parigi con Dizzy Gillespie. "Sartre chiese a Miles perché non ci siamo sposati, ma Miles, mi amava troppo, disse, per sposarmi. Saresti stata vista come la puttana di un negro negli Stati Uniti", mi disse, "e questo avrebbe distrutto la tua carriera". Lui aveva 23 anni, lei 22, si sono amati a lungo di un amore poetico e sensuale.

Oltre a Sartre hanno scritto canzoni per lei una straordinaria formazione composta da Jacques Brel, Raymond Queneau, Jacques Prevert, Joseph Kosma, Charles Trenet, Georges Brassens, Charles Aznavour, Léo Ferrè,  Serge Gainsbourg. Una sera, che Gréco è scesa dal palco per trovare Jean Cocteau dietro le quinte. "Ora canti per 200 persone, ma dovrebbe essere per milioni", le disse. Mi chiedevo cosa fosse un esistenzialista", dice il compositore brasiliano Caetano Veloso, un altro dei suoi parolieri. Me l'ha detto un amico: è un filosofo parigino che fa tutto, ma assolutamente tutto quello che vuole. Ne sono rimasto affascinato.»

A Parigi nel 1943 durante l’occupazione nazista, fu arrestata dalla Gestapo assieme alla sorella.

Nella sua autobiografia del 1982, Jujube, Gréco descrive l'uomo che ha interrogato lei e Charlotte. "Non lo perdonerò mai", scrisse. "So che io stessa combatterò fino all'ultimo giorno della mia vita, contro l'oppressione, contro il terrorismo intellettuale, contro l'indifferenza e la negazione dell'unico tesoro che vale la pena di conservare a tutti i costi: il diritto di vivere come scegliamo, di pensare, di ridere, di dare, di cambiare, di amare senza paura qualsiasi cosa e chiunque amiamo".

Mandata nel carcere femminile di Fresnes, e fu rilasciata dopo pochi mesi, ma solo dopo la guerra avrebbe scoperto che sua madre e sua sorella erano sopravvissute.

Poi, una sera al cabaret Le Bal Nègre, a un tavolo con Sartre e De Beauvoir c'era la scrittrice Anne-Marie Cazalis, che le insegnò "come vivere e come ridere di nuovo". La incoraggiò a cantare, ma fu Sartre a compiere il passo decisivo. Le diede le parole di una canzone che aveva scritto.  Questo portò al suo primo incontro con il compositore Joseph Kosma. Aveva composto musiche per i film di Jean Renoir e Marcel Carné, e regalò a Gréco una canzone che lui e Prévert avevano scritto per il film di Carné del 1945 Les Enfants du Paradis, Je Suis Comme Je Suis, che la mise sulla strada del canto.

Nera, regina della notte, bella, e forse all’inizio era brutta, divina vestale, è l’icona più forte e splendente del Novecento che se ne è andato. Un’epoca è finita. Abbiamo visto un secolo morire.

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